
La delegazione negoziale israeliana prolunga la sua permanenza a Doha per proseguire i negoziati. Il portavoce di Hamas, Abdul Latif Al-Qanou, ha detto che “i prossimi giorni vedranno la perdita di una serie di materiali di base e di beni alimentari nella Striscia di Gaza, il che aumenterà la sofferenza della popolazione e aggraverà la sua crisi. I residenti della Striscia di Gaza soffrono un duro assedio per la seconda settimana e l’occupazione impedisce l’ingresso di cibo, medicine, carburante e materiali di base alla popolazione”.
Secondo Channel 12 : “Una compagnia americana sarà responsabile di portare aiuti nella Striscia di Gaza e, se fallisce nella sua missione, lo farà l’esercito”.
Il Portavoce di Hamas, Jihad Taha, ad Al-Arabi Al-Jadeed ha detto: “Apprezziamo gli sforz dei mediatori, che sottolineano la necessità che Israele si impegni a passare alla seconda fase dell’accordo. Sono impegnati nell’accordo e nell’attuazione e aperti a tutte le questioni che servono al nostro popolo e ai suoi diritti. Ci auguriamo che i risultati dei negoziati al Cairo e a Doha servano all’attuazione dell’accordo e obblighino Israele a concordare. Le costanti di Hamas sono la necessità di ritirarsi, il cessate il fuoco, lavorare per la ricostruzione e affrontare gli effetti dell’aggressione”.
Axios, riporta che i mediatori si sono incontrati mercoledì sera a Doha con i funzionari di Hamas e hanno presentato loro la proposta aggiornata di Witkoff. Il piano americano prevede il prolungamento del cessate il fuoco per settimane in cambio della liberazione di 5 prigionieri vivi e dei corpi di altri. Si tratta dei prigionieri con passaporto americano.
Non si placa la polemica su quanto accaduto il 7 ottobre. Haaretz riporta: “Il capo di stato maggiore israeliano Zamir ha accettato di consegnare al controllore dello Stato informazioni sensibili relative agli errori del 7 ottobre”, mentre “Netanyahu rifiuta di formare un comitato d’inchiesta ufficiale sul fallimento del 7 ottobre”.
Tensioni rinnovate anche con l’Iran: il sito web Zaman Israel citando Amir Bar Shalom: “L’Iran non sarà disposto a ritirarsi dalle capacità raggiunte finora, che in realtà è una richiesta fondamentale degli Stati Uniti, in coordinamento con “Israele””. A queste parole hanno fatto eco quelle dall’Iran del Comandante delle forze di terra dell’esercito che ha detto: “siamo pronti a rispondere a qualsiasi minaccia e qualsiasi nemico che pensa di attaccare il nostro paese se ne pentirà”.
Stessa lunghezza d’onda con il Libano. Il primo Ministro Benjamin Netanyahu: “Non rinunceremo al controllo di 5 siti sul territorio libanese. La nostra politica offensiva non si limita alla Siria, ma si estende anche al Libano. La settimana scorsa abbiamo ucciso 5 membri di Hezbollah per aver violato l’accordo di cessate il fuoco, stiamo lavorando per attuarlo vigorosamente”.
E ancora ha detto: “A differenza di Lapid, che si arrese davanti a Hezbollah, noi siamo entrati in Libano con la forza, abbiamo portato avanti l’operazione Pager e assassinato Nasrallah. Lapid è stato sconfitto da Hezbollah e gli ha consegnato le terre. Manteniamo 5 punti in Libano. Lavoriamo per garantire la sicurezza di Israele con forza e determinazione”. “Abbiamo indebolito le capacità di Hezbollah e l’Iran sta facendo sforzi per finanziare il partito e ricostruire la sua forza”.
Dopo le fughe di notizie israeliane sulla normalizzazione con il Libano, una fonte ufficiale libanese ha detto ad Asharq Al-Awsat: “Questa questione non è sul tavolo per il Libano, e i compiti del Comitato quinquennale sono di sicurezza, non politici, e sono riassunti nell’attuazione della Risoluzione 1701”. L’esercito libanese in una nota ha detto: “abbiamo ricevuto l’uomo rapito dal nemico israeliano tramite la Croce Rossa Militare il 9 marzo e lo abbiamo trasferito per cure”. A confermare quanto detto dal giornale le dichiarazioni del Ministro dell’Informazione, Paul Morcos: “Il rilascio dei prigionieri libanesi è stato effettuato tramite negoziazione indiretta e tutto ciò che si dice sulla normalizzazione sono solo chiacchiere giornalistiche”.
Il Consiglio dei Ministri nomina il generale di brigata Rudolph Heikal comandante dell’esercito libanese. La Presidenza della Repubblica: nomina il generale di brigata Raed Abdullah direttore generale delle forze di sicurezza interna e lo promuove al grado di maggiore generale.
Secondo mtv: Durante la sessione del gabinetto, i ministri delle Forze armate hanno chiesto una riunione del Consiglio supremo di difesa e di fissare un calendario per il ritiro delle armi di Hezbollah. Questa proposta non è stata accolta.
Una fonte Houthi ha detto a Newsweek che si stanno compiendo seri sforzi per rafforzare la sicurezza attorno al leader dell’organizzazione, Abdul-Malik al-Houthi, alla luce dell’annuncio di un rinnovato blocco navale di Israele.
Ed ora uno sguardo agli scenari militari aggiornato alle ore 16:30 del 13 marzo.
L’aeronautica militare israeliana ha lanciato raid contro il nuovo regime siriano perché non si impegna ad allontanarsi di almeno 65 km e a disarmare tutta la Siria meridionale.
Rapporti di attacchi dell’IDF al quartier generale del Jihad islamico a Damasco, un morto. Un aereo Triton MQ-4C (169660) della Marina statunitense è attivo al largo delle coste siriane e libanesi ha condotto approfondite indagini di intelligence, fornendo informazioni aggiornate alle IDF. Aereo da caccia della IAF (Operazione Shader) + aereo da rifornimento KC2 (ZZ331) operante nel nord-est della Siria. Due missili avrebbero colpito un edificio nel centro di Damasco, nella zona di Mashrou’ , zona residenziale nel progetto Dummaral, momento accertati 8 feriti.
Il ministro della Difesa israeliano Katz conferma che l’aeronautica militare ha attaccato Damasco: “Ovunque venga organizzata un’attività terroristica contro Israele, il leader del movimento estremista islamico, Al-Jawlani, troverà aerei dell’aeronautica militare che volano nel cielo e attaccano obiettivi terroristici”. “Non permetteremo che la Siria diventi una minaccia per lo Stato di Israele”.
In risposta il Portavoce del Jihad Islamico, Muhammad Hajj Musa: “L’aggressione israeliana contro Damasco ha preso di mira una casa vuota e non il quartier generale della leadership del Jihad Islamico, come sostiene Israele”.
Carri armati israeliani sono penetrati all’alba del 13 marzo e hanno aperto il fuoco sul villaggio di Ain al-Nouriya nella campagna di Quneitra, nel sud della Siria.
L’esercito libanese riceve il soldato Ziad Shibli al valico di Ras Naqoura e lo trasferisce in un ospedale per completare le cure dopo che era stato catturato dalle IDF domenica scorsa dalla fattoria Bastra.
Voli intensivi degli aerei israeliani nello spazio aereo delle città di Shamstar e Taria nella Bekaa. Droni in azione anche a Bekaa, il centro di Rayak e i dintorni. Aerei da guerra israeliani hanno sorvolano Beirut ad alta quota.
Registrati bombardamenti con mitragliatrici pesanti dal sito di Al-Asi Al-Maadi verso l’area opposta a Kroum Al-Sharaqi, a est della città di Mays Al-Jabal.
Proseguono le operazioni di ricerca dell’autore della sparatoria nell’area dell’insediamento di Ariel.
Tre esplosioni registrate nella notte del 13 marzo a est di Gaza City. Le IDF hanno sparato sulle case dei cittadini nel quartiere di Shujaiya, a est di Gaza City. Un giovane è stato ferito dai proiettili dell’occupazione nel campo di Al-Maghazi, nel centro della Striscia di Gaza. Esplosioni nel quartiere di Al-Shaboura a seguito di intensi bombardamenti da parte di carri armati nel centro di Rafah.
Il Portavoce dell’esercito israeliano in una nota: ”In precedenza, un certo numero di combattenti della resistenza sono stati identificati vicino alle nostre forze nella Striscia di Gaza centrale e hanno cercato di piazzare un ordigno esplosivo a terra, attaccando un drone”.
In Cisgiordania un colono è stato ferito dopo essere stato picchiato durante uno scontro con palestinesi vicino al blocco di insediamenti “Gush Etzion” nel sud della Cisgiordania. Le IDF portano due bulldozer militari dal quartiere di Al-Hadaf verso la rotatoria di Al-Awda, a ovest del campo di Jenin.
Continuano i sequestri di terreno da parte di Israele nei confronti dei palestinesi in Cisgiordania: 3 dunum di terra sequestrati a ovest di Salfit. Nella Valle del Giordano, vengono emessi ordini per assegnare terreni statali come pascoli a privati senza specificarli, inclusi circa 8.740 dunum nella zona di Tubas e 2,4 dunum nella sorgente di Ras al-Auja. Terre prima in mano ai palestinesi.
Le IDF prendono d’assalto la città di Kafr al-Labad, a est di Tulkarem. Veicoli IDF presi d’assalto con bombe molotov nella città di Abwein, a nord di Ramallah. Le IDF accompagnate da un ufficiale dello Shin Bet, hanno arrestato giovano al checkpoint di Atara, a nord di Ramallah.
Continuano le operazioni di demolizione e distruzione nelle vicinanze della moschea Al-Asir e del quartiere Abdullah Azzam nel campo di Jenin.
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Antonio Albanese e Graziella Giangiulio