#ISRAELHAMASWAR. Censimento della sorveglianza spaziale di Israele su Hamas, Hezbollah e Houthi

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Il 31 luglio la stampa israeliana ha riferito che due satelliti da ricognizione israeliani sono stati successivamente rimossi dall’orbita. I satelliti deorbitati includono uno dei due satelliti da ricognizione ottica Ofeq 11 di terza generazione (9 giugno) e uno di una coppia di veicoli spaziali con radar ad apertura sintetica (SAR) Ofeq 10 (14 luglio).

Nel frattempo, la regione si trova ad affrontare la prospettiva di disordini diffusi a seguito delle recenti uccisioni del leader di Hamas Ismail Haniyeh e del comandante di Hezbollah Fuad Shukr. Ciò lascia Israele vulnerabile ai possibili attacchi di ritorsione su larga scala da parte di Teheran, dei suoi alleati Houthi yemeniti e degli Hezbollah libanesi, mentre deve affrontare risorse limitate di intelligence satellitare (GEOINT). Sebbene la perdita di questi due satelliti non sia particolarmente sospetta data la loro obsolescenza, ciò significa che il Ministero della Difesa israeliano dispone ora solo di due moderni satelliti da ricognizione: Ofeq 16, lanciato nel 2020 per la ricognizione ottica, e Ofeq 13, lanciato nel 2023 per condurre ricognizioni radar. Questi due satelliti sono ancora del tutto insufficienti per coprire i teatri di guerra regionali. Ciò è problematico per Tel Aviv in un momento di crescenti tensioni con l’Iran e i suoi alleati.

La difesa israeliana gestisce ancora due satelliti ottici di seconda generazione, Ofeq 7 e Ofeq 9, entrambi lanciati nel 2010, ma le caratteristiche di questi satelliti li rendono praticamente inadatti ai conflitti moderni. Di conseguenza, la difesa israeliana dovrà fare affidamento su un unico satellite Eros C3-1 dell’operatore commerciale Imagesat International, che è stato lanciato nel 2022 e ha prestazioni simili al satellite Ofeq 11 perso a giugno.

In particolare, il Ministero della Difesa israeliano dipende ora fortemente dai suoi contratti con operatori privati ​​stranieri, in particolare BlackSky con sede negli Stati Uniti, e dalla qualità dell’intelligence che riceve dai suoi alleati, in particolare dagli Stati Uniti. Nel contesto dei complessi processi di transizione a Washington con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali di novembre, questo argomento è diventato un argomento chiave di discussione durante la visita del primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu il 23 e 24 luglio 2024.

Tuttavia, nella Striscia di Gaza e nel sud del Libano, Israele può fare affidamento sui suoi onnipresenti UAV di intelligence, sorveglianza e ricognizione, tra cui Hermes 900 di Elbit Systems e Eitan di Israel Aerospace Industries (IAI), che insieme forniscono una copertura 24 ore su 24, 7 giorni su 7 il territorio.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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