#ISRAELHAMASWAR. Beirut, Teheran, Babilonia: nella notte uccisi leader di Hamas; colpita in Iraq sede per la costruzione dei droni della resistenza

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Nella notte tra il 30 e il 31 luglio, viene attaccato l’edificio – sede del Consiglio della Shura del gruppo nell’Haret Hreik – dove si trovava di Fuad Shoukr (Hajj Mohsen) a Beirut sud, capo di Stato Maggiore di Hezbollah, nonché esperto di missilistica, nonché secondo dopo Nasrallah in Hezbollah; Ismail Haniyeh numero uno di Hamas, muore a Teheran nord e i leader delle PMU impegnati nella resistenza islamica vengono uccisi insieme ad altre tre persone, per un totale di sette morti, con un raid aereo nella regione di Babilonia; si scopre che la base serviva per costruire droni da ricognizione.

Israele si è assunto la responsabilità dell’attacco contro Fuad Shoukr, gli Stati Uniti del raid in Iraq contro la resistenza Islamica irachena ma nessuno al momento ha rivendicato la responsabilità della morte del leader di Hamas, Ismail Haniyeh. Avvenuta a Teheran nord, alle 02:00 circa del 31 luglio nella casa dei veterani di guerra della Guardia Rivoluzionaria Iraniana al secondo piano. 

Dobbiamo accontentarci rispetto a questo evento della narrazione iraniana, perché al momento non ci sono video o foto dell’accaduto. La delegazione di alto rango di Hamas era in Iran per partecipare alla cerimonia di insediamento del presidente Masoud Pezeshkian. 

Al mattino del 30 luglio l’Ayatollah Seyyed Ali Khamenei ha incontrato il capo dell’ufficio politico di Hamas Ismail Haniyeh, insieme al segretario generale del movimento palestinese del Jihad islamico, Ziad al-Nakhalah e i loro colleghi delegati. Masoud Pezeshkian neo presidente iraniano aveva espresso un sostegno incrollabile al popolo palestinese e alla sua causa, affermando di essere fiducioso che la resistenza dei palestinesi contro l’occupazione israeliana avrebbe portato alla “vittoria finale”. Abdul Salam figlio di Ismail Haniyeh ha dichiarato: “Siamo in una rivoluzione e in una battaglia continua contro il nemico, e la resistenza non finisce con l’assassinio dei leader”. 

Sono in corso indagini per capire da dove sia partito il missile che ha colpito la residenza di Haniyeh. Secondo alcuni ha volato internamente all’Iran, secondo altri è venuto da fuori confine; altri ancora parlano di attacco da F35, infine i media israeliani parlano di missile partito da un sottomarino. La difesa aerea iraniana nega l’ingresso di qualsiasi aereo o missile nemico nello spazio aereo iraniano. Al momento, non ci sono certezze su quanto accaduto. In Iran il portavoce del Comitato per la sicurezza nazionale e la politica estera del parlamento ha dichiarato mercoledì mattina che il Comitato terrà una riunione di emergenza sull’assassinio del capo di Hamas Ismail Haniyeh. 

Solidarietà ad Hamas è arrivata da Hezbollah, le milizie collegate e ancora da Turchia, Qatar, Egitto, Russia e naturalmente dall’Iran. E mentre le indagini sono in corso, Rezaei, ex comandante dell’IRGC, afferma: “Israele pagherà un prezzo elevato per l’assassinio di Haniyeh”. Anche l’Ayatollah Khamenei ha detto che Haniyeh verrà vendicato. Intanto è stata alzata la bandiera rossa alla moschea di Qom, un segno che la vendetta arriverà non si sa né quando né come. Il comandante delle forze aerospaziali del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica ha recentemente affermato che “Noi dell’IRGC stiamo aspettando l’opportunità di condurre l’operazione Sadegh 2, in cui il numero di missili da lanciare non è limitato”.

Khaled Meshaal è tornato ad essere il leader di Hamas. Il nuovo numero uno è in Hamas sin dalla sua fondazione 1987, quando Meshaal divenne il leader della branca kuwaitiana dell’organizzazione. Ha sempre sostenuto il dialogo senza per questo avere desidero di cedere territori “palestinesi “ a Israele. Nel 2017 si dimise seguendo la politica che chi gestiva Hamas doveva risiedere a Gaza. Poco prima del passaggio di consegne, Meshaal ha presentato la carta di Hamas del 2017 a Doha, nel tentativo di suggellare la sua eredità e impegnare coloro che sarebbero venuti dopo di lui alle stesse politiche. Ora ritorna al potere. Secondo fonti israeliane Khaled Meshaal e Sinwar sono le ultime due figure rilevanti di Hamas che sono ancora in vita. 

A Sky News un funzionario delle relazioni nazionali di Hamas in Libano ha riferito che l’assassinio complica il ciclo dei negoziati e potrebbe portarlo al collasso

La Casa Bianca dopo l’attacco israeliano a Beirut riferisce: “Il nostro impegno per la sicurezza di Israele è ferreo e incrollabile contro tutte le minacce sostenute dall’Iran, incluso Hezbollah. Israele ha il diritto di difendersi dalle gravi minacce che deve affrontare”.

Il ministro della Difesa degli Stati Uniti, durante la sua visita nelle Filippine ha affermato: “Difenderemo Israele con tutti i nostri mezzi (…) Aiuteremo a difendere Israele. Ci avete visto farlo ad aprile. Potete aspettarvi che lo faremo di nuovo”. Il segretario di Stato americano Anthony Blinken: “Non eravamo a conoscenza dell’assassinio di Haniyeh e non vi abbiamo partecipato”. Si terrà a Teheran la cerimonia di sepoltura di Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico del movimento di resistenza Hamas.

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant dice alle truppe della difesa missilistica a lungo raggio Arrow che “Non vogliamo la guerra, ma ci stiamo preparando per tutte le possibilità”. La visita arriva dopo l’attacco di Israele a Beirut e a Teheran, che probabilmente ha ucciso le due figure più importanti di entrambe le organizzazioni. L’esercito israeliano si aspetta un attacco missilistico a lungo raggio di Hezbollah. L’obiettivo sarebbe ufficialmente Tel Aviv, mentre Kria e le centrali elettriche nel sud e nel nord sono in pericolo.

Israele, secondo un consigliere dell’ufficio di Netanyahu “è interessato a continuare i negoziati per il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza”. “Il ministro degli Esteri israeliano Katz ha inviato un messaggio ai ministri degli Esteri di tutto il mondo dopo l’attacco di Beirut, dicendo: “Israele non è interessato a una guerra totale, ma l’unico modo per prevenirla è l’immediata attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. 

Walid Jumblatt, leader druso in Libano, a Sky News: “Basta con queste ambiguità Sì, sostengo la resistenza in Libano”. Il primo Ministro ad interim Najib Mikati: “Condanniamo fermamente questo attacco al sobborgo meridionale di Beirut e alziamo la voce avvertendo che le cose peggioreranno se il nemico continuerà con la sua incoscienza e follia criminale omicida (…) I recenti sviluppi hanno spostato la situazione da uno stato di scontri a uno stato di aperto pericolo”.

La presidenza del Movimento Amal ha condannato “la brutale aggressione israeliana che ha preso di mira il sobborgo meridionale di Beirut”, considerando che “Israele sta cercando disperatamente di spezzare la sua volontà e di assassinarla con un raid proditorio”.

La presidenza Amal ha affermato che “il crimine non richiede solo condanna e denuncia, ma piuttosto un’urgente azione internazionale, regionale e internazionale per fermare la macchina omicida israeliana e la sua aggressione, che ha ormai oltrepassato i confini geografici, le leggi, le leggi sull’umanità e sui diritti umani”.

Ha aggiunto: “La continuazione dell’occupazione di Gaza, Libano, Siria, Yemen e Iraq, così come è in atto da più di 9 mesi, ha portato al vigliacco assassinio del capo dell’ufficio politico del movimento Hamas, Ismail_Haniyeh, metterà la regione, la sua sicurezza e stabilità a rischio della follia e del terrorismo israeliano.”

Ed ora uno sguardo alla situazione tra Israele – Hamas – Hezbollah aggiornato alle ore 17:00 del 31 luglio.

Il 30 sera si registrano attacchi aerei israeliani nei villaggi di Deir Siryan, Hula e Markaba. Esplosione nella periferia sud di Beirut. L’attacco ebraico ha preso di mira l’area di Hart Hraik. L’IDF conferma di aver effettuato un attacco aereo nella capitale libanese Beirut poco tempo fa. Secondo l’esercito Israeliano , l’attacco ha preso di mira il comandante di Hezbollah dietro il mortale attacco missilistico a Majdal Shams e altri attacchi mortali a Israele. Dopo l’attacco, i sostenitori di Hezbollah sono scesi in piazza a Beirut, chiedendo rappresaglie. Dato che il gruppo aveva precedentemente promesso di rispondere a un possibile attacco alla capitale, alcuni media israeliani hanno riferito di panico ad Haifa.

Nell’attacco sarebbero state ferite oltre 80 persone e almeno 5 sarebbero i morti. Colpito il villaggio di Al-Shehabia nel Libano sud. Il 31 luglio aerei israeliani hanno lanciato numerosi palloni termici nel sud del Libano. Hezbollah alle 00:45 pubblica il suo riepilogo giornaliero degli attacchi, in ritardo di quasi due ore: “attacco a Coinvolgimento di jet israeliani con AD, Brigata Al-Sahil a Beit Hillel con razzi, Base Jal al-Allam con artiglieria, Brigata Al-Sahil a Beit Hillel con droni, Soldati vicino all’insediamento di Kfar Yuval, Brigata Al-Sahil a Beit Hillel di nuovo con razzi. Attacco a soldati vicino alla caserma di Avivim; alla base Ramtha con razzi; alla base Zibdeen con razzi, alla base Al-Bayad con armi adatte; Caserma Kela’ sulle alture del Golan con razzi. Molti di questi attacchi sono stati una rappresaglia agli assassinii mirati israeliani di membri junior di Hezbollah”.

Continuano gli scontri tra milizie di Hamas e esercito nella Striscia di Gaza. Le Brigate Al-Qassam: rivendicano attacchi in collaborazione con le Brigate Al-Quds nel campo Shaboura nella città di Rafah. Le Brigate Al-Quds: rivendicano un attacco con colpi di mortaio su un gruppo di soldati e veicoli israeliani sulla linea di rifornimento nell’asse “Netzarim”.

Le Brigate Al-Qassam insieme alle Brigate Al-Quds, hanno colpito militari a est di Juhr al-Dik con missili SK-8 a corto raggio. Scontri nella zona di Al-Shoka, a est della città di Rafah, a sud della Striscia di Gaza.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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