#ISRAELHAMASWAR. Attesa ritorsione Houthi per attacco alle infrastrutture yemenite da parte della coalizione israeliana-britannica-americana

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Il 22 luglio il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è pronunciato sull’attacco degli Houthi a Tel Aviv con i droni. Nel frattempo Israele e la coalizione britannica-americana hanno attaccato l’aeroporto e impianti petroliferi nei pressi del porto di Hodeida, secondo le testate di Sanaa sarebbero 9 i morti. L’aeronautica militare “israeliana” è dal 21 luglio in massima allerta a causa di informazioni di intelligence che indicano l’intenzione degli “Houthi” di prendere di mira Israele. La mediazione americana con l’intercessione dell’Oman non ha funzionato, gli Houthi hanno promesso d vendicare loro morti. 

Secondo la social sfera aerei statunitensi che trasportavano decine di tonnellate di armi sono arrivati ​​a Tel Aviv contemporaneamente alla partenza del primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu per Washington per incontrare Biden e parlare al Congresso. A confermare la notizia Canale 12 di Israele. 

Sempre via social, da fonti vicino da Hamas successivamente confermate anche dai media israeliani, si apprende che il primo ministro Netanyahu ha dato il via libera alla sua squadra per continuare i negoziati con Hamas. Centinaia di israeliani manifestano all’aeroporto Ben Gurion, nella città di Giaffa per chiedere la conclusione di un accordo di scambio per i prigionieri. 

Il Ministero degli Affari Esteri algerino ha condannato gli attacchi aerei israeliani sul porto yemenita di Hodeidah sul Mar Rosso. “L’aggressione contro lo Yemen fa parte della strategia di escalation sistematica di Israele”, ha affermato in una nota il Ministero degli Esteri. La condanna Israele è arrivata anche da Iraq e Iran. 

La testata giornalistica israeliana Maariv sostiene che “Hezbollah sta stanziando grandi quantità di risorse umane, tecnologiche e finanziarie per sviluppare un meccanismo avanzato volto ad analizzare e identificare le tattiche utilizzate da Israele”. E questo preoccupa i civili che vivono al confine tra Israele e Libano. 

Aerei libanesi per la prima volta dall’escalation tra Hezbollah e Israele hanno sorvolano Baalbek e i suoi dintorni. Sempre dal Libano arriva la notizia che il leader druso libanese Walid Joumblat ha inviato una lettera all’anziano della fede druso in Israele pregandolo di smettere di lavorare con Israele. Gli ha chiesto di tornare in sé e di rimanere allineato con l’identità dei drusi che è araba e islamica. Nomina i crimini di Israele e di Netanyahu e gli chiede perché insiste a farne parte. Joumblat è stato definito dai palestinesi un infedele e un traditore che rivendica un leader druso, una setta che non ha nulla a che fare con gli arabi, l’Islam o la Palestina.

A partire dalle ore 17:00 italiane del 20 di luglio un attacco ha preso di mira i porti e gli aeroporti dello Yemen, poche ore dopo che i jet israeliani erano stati avvistati diretti verso lo Yemen. Uno degli attacchi a Hodeyda ha preso di mira i depositi petroliferi della zona, provocando perdite di petrolio e massicci incendi. Nel tardo pomeriggio del 20 di luglio, l’esercito israeliano ha detto ad Al Arabiya che l’attacco in Yemen è stato effettuato congiuntamente da Israele, Stati Uniti e Regno Unito e ha coinvolto 12 aerei israeliani, compresi aerei da combattimento F-35. L’attacco non ha coinvolto obiettivi militari, ma piuttosto attacchi alle infrastrutture economiche per mettere a dura prova la fragile situazione finanziaria e l’economia dello Yemen. L’attacco è stato anche una rappresaglia alle perdite economiche nel porto israeliano di Eilat. 

Nella giornata del 22 luglio CENTCOM sostiene che quattro USV yemeniti siano stati distrutti nel Mar Rosso. Nel frattempo a Hodeyda si sono tenuti i funerali dei nove morti a seguito dell’attacco israeliano-britannico-americano contro gli impianti di rifornimento e il porto di Hodeidah. Porto usato anche per importare armi dall’Iran. 

Ed ora uno sguardo all’aggravamento Israele – Hamas – Hezbollah aggiornato alle ore 14:30 del 22 luglio. Due soldati dell’esercito libanese sono rimasti feriti dopo che un carro armato Merkava ha attaccato la loro base nel sud del Libano. Non ci sono tate reazioni da parte del governo libanese. 

Dopo il fine settimana di scontri tra Hezbollah e esercito israelaino, Hezbollah, il 22 di luglio ha rivendicato il lancio di un drone suicida verso la base israeliana di Al-Malkiah. Il drone ha preso di mira una fortificazione, distruggendone una parte e provocando un incendio. E ancora la social sfera di Hezbollah ha mostrato foto di un incendio causato da un attacco ad una base israeliana di fronte al villaggio di Aitaroun. Le basi al confine sono in gran parte evacuate, tuttavia alcuni soldati rimangono in parti fortemente protette.

Il capo del Sindacato dei proprietari ospedalieri privati ​​in Libano ha riferito di una grande preparazione in caso di scoppio di una guerra su larga scala: ”Abbiamo fornito una scorta di medicinali, forniture mediche, ossigeno e diesel per circa un mese ed è difficile per noi fornire una scorta maggiore a causa della crisi di liquidità”.

Registrato attacco il 20 luglio nella zona di Adloun vicino ad Abou al-Aswad. Si segnalano numerose esplosioni e incendi. Nella giornata del 21 l’autostrada Sidone-Tiro è stata chiusa e il traffico è stato deviato verso le città e i villaggi vicini in seguito all’attacco aereo che ha preso di mira la città di Adloun. L’IDF: “il 21 luglio, l’IAF ha colpito un lanciamissili Hezbollah, un posto di osservazione e infrastrutture terroristiche nelle aree di Ayta ash Shab, Khiam e Yarine nel sud del Libano”. Un altro attacco aereo israeliano viene segnalato vicino ad Al-Shahabieh. È stato sentito a Bint Jbeil. 

In risposta all’attacco israeliano del 20 ad Adloun, Hezbullah ha annunciato di aver attaccato il Kibbutz Dafna. Ci sono stati diversi piccoli impatti. Altri due attacchi hanno avuto luogo sulle colline di Kfarchouba, come parte degli attacchi quotidiani, contro le basi di Ramtha e Samaqa. Hezbullah ha rilasciato due dichiarazioni in cui annunciava che in risposta all’attacco ad Adloun e all’attacco di oggi a Hula, avrebbero preso di mira: Una base israeliana a Hanita, con droni suicidi, provocando vittime tra le fila dell’esercito israeliano. E una Base Ein Zitem con razzi Falaq e Ketyusha. I media e l’esercito israeliani non riferiscono di vittime.

Il 22 luglio le Brigate Al-Qassam del Libano meridionale hanno bombardato con una salva missilistica il quartier generale della “300a Brigata – Shomera” nel nord di Israele. Secondo fonti israeliane: un cittadino canadese che ha effettuato l’attacco con un coltello nel Kibbutz Netiv Haasara ha gridato ai soldati, dicendo: “State uccidendo civili a Gaza”, poi ha sollevato un coltello ucciso dai militari. 

Nella giornata del 22 luglio le sirene hanno suonata Majdal Shams, nel nord di Israele a Nirim e Ein HaShlosha, nel sud di Israele. Fonti social vicino alla resistenza libanese affermano che sarebbe in corso una escalation nelle alture del Golan. I ribelli libanesi inoltre stanno cercando di prendere 7 località in cui ora vivono israeliani e portarle sono cappello libanese. Sempre parlando di Golan, i media israeliani riportano di esplosioni nella giornata del 22 luglio. Le sirene hanno suonato a Majdal Shams.

Sky News riportava alle 07:20 ore italiane che l’esercito israeliano invitava gli abitanti di Gaza a evacuare le zone orientali della città di Khan Yunis perché stava per avviare un’operazione militare. Alle 09:30 raid israeliani colpivano Khan Yunis. Secondo la radio dell’esercito israeliano: “L’attacco a Khan Yunis dopo la richiesta di evacuazione della zona est della città è il più violento dalla fine dell’operazione militare nella città. L’IDF sta per operare con la forza contro le organizzazioni di Hamas e pertanto invita la restante popolazione rimasta nei quartieri orientali di Khan Yunis ad evacuare temporaneamente nell’area umanitaria modificata di Al-Mawasi”. “Gli appelli per l’evacuazione temporanea vengono comunicati ai residenti attraverso messaggi SMS, telefonate e trasmissioni mediatiche in arabo”. L’IDF fa sapere in una nota: “continueremo ad agire contro l’organizzazione di Hamas, che utilizza i civili di Gaza come scudo umano per le sue attività e contro le loro infrastrutture”. 

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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