#ISRAELHAMASWAR. Al via all’Operazione Prosperity Guardian. Israele controlla camp Jabalia

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Secondo Tor Wennesland, Coordinatore ONU del processo di pace in Medio Oriente: «Gli insediamenti israeliani sono illegali e l’estremismo in Cisgiordania deve finire. Non esiste alcuna giustificazione per le azioni commesse il 7 ottobre e il lancio indiscriminato di razzi verso Israele è inaccettabile. Gli attacchi Houthi minacciano la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso». «L’incitamento all’odio deve essere combattuto e i responsabili della promozione dell’estremismo devono essere ritenuti responsabili. Dobbiamo lavorare seriamente sulla soluzione dei due Stati poiché è considerata la migliore soluzione al conflitto in Medio Oriente». Il Coordinatore ha lamentato che gli aiuti umanitari a Gaza sono insufficienti. 

Secondo l’esercito israeliano 31 soldati sono rimasti feriti o morti negli scontri nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. “Il tunnel che abbiamo scoperto nel nord di Gaza è profondo 50 metri sotto terra ed è abbastanza largo da farci entrare un grosso veicolo” ha fatto sapere l’esercito israeliano.

L’esperta di guerre nei tunnel, Daphne Barak ha detto che «Il tunnel settentrionale di Gaza è molto simile ai tunnel scavati dalla Corea del Nord verso il suo vicino meridionale. Vedo qualcosa di un livello di sofisticazione molto più elevato e, come hai descritto, molto più ampio e più solido e non solo scavato a mano ma utilizzando effettivamente sofisticate attrezzature civili».

Secondo Financial Times, citando un funzionario israeliano: «Il prezzo che Israele deve pagare per i soldati ostaggi di Hamas è una questione cruciale». Il Presidente israeliano ha fatto sapere che: «Siamo pronti per un’altra tregua umanitaria per consentire la liberazione delle persone sequestrate». 


Nel frattempo nelle acque del Mar Rosso cominciano ad arrivare le navi che faranno parte della Task Force contro gli attacchi degli Houthi. «Il gruppo d’attacco della portaerei della Marina americana, guidato dalla portaerei a propulsione nucleare USS Dwight D. Eisenhower, si sta avvicinando allo Yemen. Sembra che ci siano 43 navi da guerra nella regione».

Il capo del Pentagono L. Austin ha annunciato il 19 dicembre, come previsto la creazione di una missione internazionale, principalmente con la partecipazione degli alleati della NATO, per proteggere dai bombardamenti le navi mercantili dall’Est all’Europa attraverso il Mar Rosso.

«Oggi annuncio il lancio dell’Operazione Prosperity Guardian, una nuova importante iniziativa multinazionale per la sicurezza», ha annunciato il Segretario della Difesa americano. Oltre agli Stati Uniti, la missione comprenderà Gran Bretagna, Canada, Francia, Spagna, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Seychelles e Bahrein. Il vero numero attuale dei partecipanti alla missione è ancora maggiore, ma alcuni paesi non vogliono parlare pubblicamente della loro partecipazione.

La missione sarà coordinata dalla già esistente Combined Task Force 153, creata per mantenere la sicurezza marittima in questa regione nell’aprile 2022. Ci sono solo 39 stati.

Si ricorda che tra tutti i recenti tentativi del movimento yemenita Ansarallah di attaccare navi nel Mar Rosso, il raid sulla nave portacontainer Palatium III, di proprietà della compagnia svizzera MSC, ha una peculiarità: è il primo avvenuto con missile balistico iraniano. Questo segna il primo caso registrato nella storia moderna di un attacco riuscito con questo tipo di arma su una nave in movimento in condizioni di combattimento reali.

Ed ora uno sguardo alla zona del conflitto israelo-palestinese aggiornato alle 17:00 del 19 dicembre

L’israeliano Channel 12 citando il ministro della Difesa Yoav Galant scrive: «L’operazione militare si espanderà per includere altre aree della Striscia di Gaza».

Nel nord della Striscia di Gaza, le truppe israeliane stanno avanzando sistematicamente: l’ospedale Al-Auda è stato circondato circondato, le forze dell’IDF hanno iniziato il rastrellamento. Allo stesso tempo, si sono verificati combattimenti nelle vicinanze della scuola Shadiya Abu Ghazala. Nella giornata del 19 dicembre si sono registrati attacchi aerei israeliani sulle aree orientali del campo di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, in coincidenza con una feroce battaglia intrapresa dalla resistenza contro l’esercito di occupazione. Alle ore 19:00 giunge notizia che l’esercito israeliano afferma di avere ora il pieno controllo operativo del campo di Jabalia.

Ieri è stato annunciato lo stesso per quanto riguarda Beit Hanoun, nel nord di Gaza, dove l’esercito cederà la responsabilità alla Divisione Gaza.

Secondo quanto riferito, ciò indicherebbe la presa salda e l’occupazione del settore.

Nella zona costiera gli israeliani sono riusciti a raggiungere il complesso scolastico Arafat nella zona di Ar-Rimal. Le parti continuano anche a lottare per il controllo di Al-Yarmouk Street, con gli scontri più intensi che si verificano nella zona dello stadio locale e del centro di allenamento Al-Qattan.

Nel sud dell’enclave, l’IDF sta cercando di avanzare verso un tratto dell’autostrada Salah ed-Din nella provincia di Deir al-Balah per il successivo accerchiamento degli insediamenti vicini. A Khan Yunis la linea del fronte non cambia molto: gli israeliani combattono in aree urbane densamente popolate e sono ancora lontani dall’occupare il centro cittadino.

Sul confine settentrionale di Israele, i combattenti di Hezbollah hanno nuovamente attaccato le posizioni israeliane, mentre l’IDF ha bombardato le aree popolate nel sud del Libano. Sotto il fuoco anche Aita al-Shaab, dove si stavano svolgendo i funerali di uno dei membri del gruppo libanese.

Il 19 dicembre le al Qassam hanno bombardato la “Grande Tel Aviv” da parte delle Brigate Al-con una salva di missili. Secondo il corrispondente di Al Jazeera, Elias Karam: “nel 74esimo giorno di guerra, è come se fossimo al primo giorno di guerra, l’attacco missilistico che colpì Tel Aviv fu molto vasto e colpì molte grandi città, come se fossimo all’inizio della battaglia che ha portato più di 5 milioni di israeliani nei rifugi.”

Almeno tre raid sono stati registrai contro il sud del Libano provenienti dal nord di Israele. 

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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