#ISRAELHAMASWAR. A Khan Yunis continuano gli scontri. Houthi diplomano militari per l’operazione al Aqsa Flood

56

Diversi canali diplomatici hanno riferito di piani per un ampio cessate il fuoco in Medio Oriente, compreso il ritiro di tutte le truppe israeliane dalla Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. L’ultima proposta prevede un cessate il fuoco per 35 giorni e la liberazione di tutti gli ostaggi. Alti funzionari statunitensi hanno detto a Reuters che è stato stabilito un canale di comunicazione con Israele per discutere le preoccupazioni americane e trasmettere informazioni sugli incidenti a Gaza in cui sono stati coinvolti o uccisi civili.

Il Ministero della Sanità di Hamas nella Striscia di Gaza ha riferito che: «Il numero delle persone uccise nella Striscia di Gaza è salito a 25.900, il numero dei feriti è arrivato a 64.110».

Poco prima della sentenza dell’Alta Corte, il Portavoce del governo tedesco ha dichiarato: «La Germania rispetterà la decisione della Corte internazionale di giustizia sulle misure di emergenza contro Israele, indipendentemente dal risultato». Il Presidente turco Erdogan: «Mi aspetto che la corte dichiari che Israele ha commesso un genocidio nella Striscia di Gaza». 

Alla fine la Corte internazionale di giustizia ha sentenziato che Israele deve astenersi da atti che potrebbero portare a un genocidio e fare di più per fornire aiuti umanitari agli abitanti di Gaza. Non ha chiesto a Israele di fermare la guerra o di cessare l’attività militare a Gaza.

La Corte ha sottolineato che Hamas è anche vincolato dal diritto internazionale e deve rilasciare tutti gli ostaggi “immediatamente e senza condizioni”. Sostanzialmente la Corte ha chiesto ad Hamas di liberare incondizionatamente e immediatamente gli ostaggi. A Israele di prevenire atti vietati dalla Convenzione e che permetta di far arrivare gli aiuti umanitari nella Striscia di gaza. Israele vieti e punisca chi incita al genocidio (su questo anche il presidente della Corte suprema israeliana Barack d’accordo). Non c’è stato un ordine di cesare il fuoco. 

Non si sono fatti attendere i commenti del primo Ministro Benjamin Netanyahu sulla decisione della Corte dell’Aja: “L’impegno di Israele nei confronti del diritto internazionale è incrollabile. Altrettanto incrollabile è il nostro sacro impegno a continuare a difendere il nostro Paese e il nostro popolo (…) Come ogni paese, Israele ha il diritto intrinseco di difendersi. Il vile tentativo di negare a Israele questo diritto fondamentale costituisce una palese discriminazione contro lo Stato ebraico ed è stato giustamente respinto”.

«L’accusa di genocidio mossa contro Israele non solo è falsa, è oltraggiosa, e le persone perbene ovunque dovrebbero respingerla. Alla vigilia della Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto, mi impegno nuovamente come Primo Ministro di Israele: Mai più. Israele continuerà a difendersi da Hamas, un’organizzazione terroristica genocida», ha detto il Premier israeliano.

E ancora ha aggiunto: «Il 7 ottobre, Hamas ha perpetrato le più orribili atrocità contro il popolo ebraico dai tempi dell’Olocausto, e promette di ripetere queste atrocità ancora e ancora e ancora. La nostra guerra è contro i terroristi di Hamas, non contro i civili palestinesi. Continueremo a facilitare l’assistenza umanitaria e a fare del nostro meglio per tenere i civili lontani dai pericoli, anche se Hamas usa i civili come scudi umani. Continueremo a fare ciò che è necessario per difendere il nostro Paese e difendere il nostro popolo».

Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato nuove sanzioni contro il ministro della Difesa Houthi Muhammad al-Atafi, il comandante della marina Houthi Mohammed Fadel Abdel-Nabi, il comandante delle forze di difesa costiera Muhammad Ali al-Qadiri e Muhammad Ahmed Al-Talibi, un alto funzionario degli appalti della difesa.

Secondo indiscrezioni sembra che migliaia di armi arriveranno in Israele nei prossimi giorni, tra cui uno squadrone di F-35I (25 aerei), uno squadrone di F-15I (25 aerei) e uno squadrone di elicotteri d’attacco AN-64 Apache (almeno 12 aerei). Israele ha chiesto agli americani di dare priorità alle forniture in base all’avanzamento della campagna. Ciò fornirebbe a Israele lo spazio di respiro critico di cui ora ha bisogno.

Secondo fonti occidentali, in un incontro tra la delegazione Houthi e il viceministro degli Esteri russo a Mosca, le parti hanno discusso di maggiori sforzi per fare pressione sugli Stati Uniti e su Israele per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza.

Arriva una dichiarazione forte dalla Francia contro l’Iran: “Abbiamo avvertito l’Iran che sarà ritenuto responsabile dell’escalation delle tensioni nella regione”.

Nel frattempo continua il blocco navale nel Mar Rosso. La petroliera classe Suezmax AGISTRI, carica di 1 milione di barili di petrolio kazako, non rischia di passare attraverso il Mar Rosso per raggiungere la Corea del Sud. Invece, la petroliera navigherà intorno all’Africa. Il suo tempo stimato di arrivo è di circa un mese e mezzo dopo. 

Da fonti social si apprende che vi sarebbero note indicative sui transponder che segnalano che a bordo delle navi non ci sono persone o legami commerciali con Israele. In una mappa ci sono le note che recitano: “Note indicative sui transponder delle navi che transitano nello stretto di Bab el-Mandeb: “Russia-Cina”; “Nessun legame con Israele”M “Tutto è cinese”; “Equipaggio russo/siriano a bordo””. Queste navi stanno transitano nel Mar Rosso. 

L’Ufficio del commercio marittimo del Regno Unito (UKMTO) ha segnalato lanci di missili nello stretto di Bab al-Mandab, apparentemente in due incidenti separati: vicino al porto di Aden e vicino al porto di Hodeidah nello Yemen. Secondo i dati disponibili, sono stati registrati impatti ed esplosioni nell’acqua, non ci sono state distruzioni o vittime. Inoltre, è stato riferito che le forze della Coalizione Navale Occidentale stavano rispondendo ai lanci.

Nel frattempo gli Houthi si preparano alla guerra. Nella giornata del 26 gennaio si apprende dai media yemeniti che c’è stato uno spettacolo e marcia a piedi per i diplomati dei corsi “Al-Aqsa Flood” a Sanhan e New Sana’a per il secondo gruppo di diplomati dei corsi militari aperti “Al-Aqsa Flood”, come parte delle attività di le forze di mobilitazione per la battaglia della “Conquista Promessa e del Sacro Jihad”.

Il Ministero degli Esteri israeliano ha contattato le ambasciate e le missioni straniere in Israele questa settimana e ha chiesto loro di assicurarsi di avere generatori di riserva e telefoni satellitari “in caso di escalation di sicurezza”, secondo il Financial Times. Il messaggio inviato affermava che il Ministero degli Esteri stava “raccogliendo informazioni in preparazione di uno scenario di escalation della sicurezza che comporterebbe diffuse interruzioni di corrente”.

Ed ora uno sguardo al fronte tra Israele e Hamas, aggiornato alle 15:30 del 26 gennaio.

L’ala militare dell’organizzazione palestinese del Jihad islamico, le Brigate al-Quds, continuano ad attaccare unità corazzate dell’IDF nell’area di Jabaliya nella Striscia di Gaza utilizzando razzi Fajr-1 da 107 mm di fabbricazione iraniana. Nel nord della Striscia di Gaza, le truppe terrestri e aeree dell’IDF hanno condotto un’attività operativa congiunta per colpire le infrastrutture di Hamas. Inoltre, aerei da combattimento israeliani, secondo l’IDF, hanno colpito un edificio attrezzato con esplosivi, nonché un sito militare, una postazione anticarro e un tunnel operativo.

Attualmente, unità della 162a divisione corazzata, della 401a brigata Iron Track, della 14a brigata Bison e della 933a brigata Nahal sono schierate nelle aree di Jabaliya e Beit Hanoun. Allo stesso tempo, i combattenti della resistenza palestinese continuano a utilizzare efficacemente tattiche di guerriglia contro le truppe israeliane.

Fonti palestinesi riferiscono che il 25 sera un elicottero d’attacco AN-64 appartenente all’esercito israeliano è stato abbattuto a ovest di Khan Yunis, Gaza sud. Nella giornata del 26 gennaio Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito di bombardamento dell’artiglieria israeliana vicino all’ospedale Al-Amal a Khan Yunis. 

Continuano che i lanci di Hezbollah dal sud del Libano verso Israele, verso il Monte Hermon. I lanci sono caduti in aree aperte. L’IDF sostiene di aver colpito le fonti dei lanci.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

Per la versione inglese dell’articolo, cliccare qui – To read the english version, click here
Segui i nostri aggiornamenti su Spigolature geopolitiche: https://t.me/agc_NW e sul nostro blog Le Spigolature di AGCNEWS: https://spigolatureagcnews.blogspot.com/