Il Pentagono ha fatto sapere che: “Non tollereremo alcun attacco alle forze americane in Medio Oriente”. Il riferimento è agli attacchi subiti in Sira alla base di al Shaddadi.
Il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Israele è Mike Huckabee famoso per la dichiarazione del 2017: “Non esiste la Cisgiordania”. Secondo le fonti palestinesi: “Trump ha dato a Israele le terre siriane sulle alture del Golan, annettendole ufficialmente. Ora tocca alla Cisgiordania. E con Gaza ora sotto la guerra di Israele, Trump potrebbe essere il fattore che accelera la fine dello stato palestinese se Israele vincesse questa guerra”.
A rafforzare questa teoria le dichiarazioni del Ministro delle finanze israeliano e funzionario di spicco del governo di Netanyahu, Bezalel Yoel Smotrich: “Il 2025 sarà l’anno della sovranità [israeliana] in Giudea e Samaria”.
Tra le nomine di Donald Trump Steven Witkoff inviato speciale in Medio Oriente, immobiliarista e tramite con la comunità imprenditoriale ebraica durante la campagna presidenziale di Trump. Infine, sempre in relazione a Israele, il neopresidente avrebbe scelto Kristi Noem come sua segretaria del DHS. A marzo, Noem ha presentato una proposta di legge per reprimere le critiche a Israele sulla base della “garanzia della sicurezza del popolo eletto da Dio”.
L’amministrazione Biden conferma che Israele non subirà conseguenze politiche per la mancanza di aiuti a Gaza in seguito alla minaccia di Blinken di ritirare potenzialmente l’assistenza militare se le richieste principali non saranno soddisfatte entro 30 giorni. Gli USA hanno chiesto 300 camion di aiuti al giorno. Secondo i palestinesi e le organizzazioni internazionali Israele ne invia circa 30 al giorno.
Il delegato russo per gli affari in Medio Oriente, A.A Kinshchak, ha detto: “Gli americani danno tempo agli israeliani per completare l’aggressione a Gaza e noi prepareremo un progetto di risoluzione che metterà fine alle sofferenze”.
Ritorna in attività l’ambasciatore iraniano in Libano colpito dall’esplosione dei cerca persone. E nella sua prima uscita pubblica ha incontrato il ministro degli Esteri iraniano. L’ambasciatore ha perso un occhio e la sua mano è ancora in via di guarigione.
Le autorità libanesi riferiscono che il bilancio delle vittime nella città di Joun è salito a 15, tutti residenti, inclusa un’intera famiglia, Ghoson. La città di Joun, ha una popolazione sciita e cristiana. Chiesta da Israele l’evacuazione a Beirut anche dell’area di Laylaki.
Il Capo di Stato Maggiore dell’IDF ha visitato un posto nel sud del Libano il 12 novembre e ha ripetuto di aver ucciso Sayyed Hassan e di aver inferto un duro colpo a Hezbollah con ciò che hanno fatto nelle scorse settimane. Ha aggiunto che stanno attaccando a Beirut, nella zona di confine, in Siria. Ha ufficialmente lasciato intendere che l’operazione di terra ha iniziato ad espandersi, attraverso la 36a divisione. L’incontro sarebbe avvenuto all’interno di una casa civile riadattata che è sfuggita alla demolizione. Nelle foto si vede Halevi, il capo del Comando settentrionale, i comandanti di divisione e altri, incontratisi per un briefing.
Dopo alcuni giorni di affermazioni sulla sconfitta di Hezbollah, il ministro della Guerra Israel Katz ha cambiato idea e ha dichiarato: “Non accetteremo alcun accordo che non garantisca il disarmo di Hezbollah”. L’obiettivo è attuare la risoluzione 1701 dell’ONU.
L’IDF, secondo fonti israeliane emetterà tra 4.500 e 7.000 ordini per unirsi alle riserve per gli ultra-ortodossi religiosi, compresi gli studenti di Yeshiva. Negli ordini precedenti, solo una piccola percentuale si è presentata agli uffici di reclutamento.
Sempre nella giornata del 12 novembre un incidente di sicurezza ha visto due soldati feriti a Betlemme: un’auto ha investito due soldati.
Confermata dal Pentagono la notizia che gli Houthi hanno attaccato due cacciatorpediniere americani mentre attraversavano lo stretto di Bab al-Mandab, con almeno otto droni, cinque missili balistici e tre missili da crociera.
Muhammad Ali Al-Houthi ha dichiarato nella notte del 12: “La permanenza della portaerei nei mari colpiti dai missili e dai droni delle forze yemenite conferma la sua aggressione e la continuazione dello stato di guerra e di una missione illegale per sostenere lo stato israeliano nello sterminio della popolazione di Gaza e del Libano e per l’aggressione contro lo Yemen e il Pentagono deve riposizionare la portaerei sulle loro terre”.
Secondo la sala operativa di Hezbollah che segue l’operazione “battaglia dei coraggiosi”: “Il numero totale di operazioni di forze missilistiche durante la battaglia dal 17 settembre 2024 al 12 novembre ha raggiunto più di 1.020 lanci. Solo la scorsa settimana ne sono stati eseguiti 125. Il 6 novembre 2024, la forza missilistica della Resistenza Islamica ha lanciato, per la prima volta nella sua storia, il missile Fateh 110, che ha preso di mira la base di Tsrifin, a 130 km dal punto più vicino al confine libanese-palestinese.
“L’aeronautica della Resistenza Islamica” continua a prendere di mira i siti e le basi militari israeliane, nonché i punti di raccolta e posizionamento dei suoi ufficiali e soldati. Il numero totale di operazioni “dell’aeronautica militare nella Resistenza islamica” dall’inizio della battaglia di Al-Aqsa fino al 12-11-2024 ammonta a più di 315 operazioni, durante le quali sono stati lanciati più di 1.000 droni di varie dimensioni e missioni. Di queste, sono state lanciate più di 105 operazioni, durante le quali sono stati lanciati più di 300 droni, dall’inizio della battaglia dei coraggiosi il 17 settembre 2024 fino al 12 novembre. Il bilancio cumulativo delle perdite israeliane, secondo quanto monitorato della Resistenza Islamica dall’inizio di quella che Israele ha definito la “manovra di terra nel Libano meridionale” il 01 ottobre, è stato: Più di 100 ufficiali e soldati dell’esercito nemico uccisi e 1.000 feriti. Sono stati distrutti 43 carri armati Merkava, 8 bulldozer militari, 2 Hummer, 2 veicoli blindati e 2 mezzi da trasporto truppe. Quattro droni Hormuz 450 e due droni Hormuz 900 sono stati abbattuti. Questo conteggio non include le perdite del nemico israeliano nelle basi, nei siti, nelle caserme militari, negli insediamenti e nelle città occupate”.
La Sala Operativa ha anche dichiarato: “La decisione presa dalla leadership dell’esercito israeliano di passare alla seconda fase della “manovra di terra” nel sud del Libano sarà destinata solo alla delusione, e il suo inevitabile raccolto sarà costituito da ulteriori perdite e fallimenti.
Ed ora uno sguardo alle direttrici del fronte: Settore occidentale, Hezbollah continua a impegnare le forze israeliane nell’area di Labbouneh e fuori Naqoura, dove la 146a divisione tenta di raggiungere Wadi Hamoul. Non ci sono stati nuovi tentativi di spingersi verso i villaggi in questo settore dal 28 ottobre [vicino a quando è iniziata la battaglia di Khiyam].
L’esercito israeliano continua a bombardare quelle aree con artiglieria e jet, inclusa la seconda fila di città: Teir Harfa, Jebayn, Sheheen, ecc.
Per il settore di Maroun a-Ras e Yaroun, Hezbollah ha effettuato circa 26 attacchi alle forze israeliane nella parte orientale della città, dove mantengono la presenza. Hezbollah si è difeso da un tentativo israeliano di avanzare da Yaroun verso il quartiere occidentale di Maroun al-Ras. Hezbollah si è anche difeso da un tentativo israeliano da Maroun orientale e Aitaroun verso Aynatha. Questa è l’area dove opera la 36a divisione, che ha iniziato a operare più in profondità. Nella giornata del 13 Hezbollah, ha tentato di colpire i soldati israeliani a Maroun al-Ras. L’IDF continua a mantenere una forza stabile lì che si è fortificata. Altri attacchi hanno preso di mira gli insediamenti, tra cui Maalot Tarshiha, e le basi israeliane. Incidente di sicurezza nelle IDF registrato il 13 di novembre tra Aynatha e Bint Jbeil, quindi un’avanzata di Maroun al-Ras. Da parte israeliana non ci sono conferme.
Settore orientale: l’esercito israeliano si è ritirato da Mays al-Jabal, Markaba, Reb Tlateen, Odaiseh e Khiyam. Hanno anche annunciato di aver attaccato con razzi le forze israeliane della 91a divisione a Hula, dove stanno operando le forze di ingegneria. Per quanto riguarda Kfarkila, parlano della 98a divisione e dello sforzo di ingegneria che l’IDF di demolire le case dei civili. Hanno annunciato di attaccarle. Hezbollah ha rilasciato diverse dichiarazioni sugli attacchi ATGM. Nella giornata del 13 novembre l’IDF ha affermato di aver eliminato i comandanti di campo di Hezbollah di KhYam, Tebnit e Ghajar e il comandante dei missili anticarro dell’area di Hajir.
Per quanto riguarda la versione di Israele, per l’invasione di terra, ora c’è la conferma ufficiale israeliana che hanno ampliato l’operazione, sotto il comando della 36a e 91a divisione. Alcune brigate ora rimarranno in linee difensive nei primi villaggi di confine in Libano, mentre altre inizieranno ad avanzare e fare incursioni (come hanno già fatto) verso la seconda linea. Non ci sono ancora segnalazioni in Libano che indichino dove, e nessuna informazione di scontri, ma Aynatha e Bint Jbeil sono sulla lista.
Nella giornata del 12 novembre e ancora il 13 di novembre intensi attacchi Israeliani alla città di Beirut, area Dahieh. E ancora colpite dai raid Bir al-Abed, Dar al-Hawra e Qard al-Hassan.Registrate vittime a Nabatieh.
A partire dal tardo pomeriggio del 12 di novembre in Israele le sirene per i droni hanno suonato a Zevulun vicino a Haifa, Metulla e nel dito della Galilea. La Resistenza Islamica ha rivendicato 20 operazioni, di cui un attico all’insediamento di Al-Malikiyah con un lanciamissili. Razzi lanciati da Gaza verso Kfar Aza.
Sempre la Resistenza Islamica ha attaccato raduno di forze dell’esercito israeliano a Khirbet (tra i siti di Miskav’am e Al-Abad): I media israeliani riferiscono di esplosione nella zona di Mitzpe Ramon nel Negev la resistenza ha anche rivendicato attacco con sciame di droni contro la fabbrica Yekneam Illit (un’unità militare fabbrica di produzione tecnologica), a 50 km dal confine libanese-palestinese, a sud-est della città occupata di Haifa. Nella giornata del 13 novembre sirene in azione a : Ramat Magshimim, nel nord della Galilea e nel nord di Israele a Avivim e Yir’on, Sde Eliezer e Ayelet HaShahar, Ghajar. Sirene suonate anche kibbutz Nir Am, nel sud di Israele.
A Gaza Le Brigate Al-Quds affermano di aver bombardato gli insediamenti che circondano la Striscia di Gaza. L’IDF afferma di aver colpito una cellula di Hamas a Shejaiya nella Striscia di Gaza. Nel corso della giornata, l’IAF ha colpito oltre 120 obiettivi di Hamas e Hezbollah nella Striscia di Gaza e in Libano.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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