Il 17 marzo il primo Ministro israeliano Netanyahu ha rilasciato una serie di dichiarazioni: “Se fermiamo la guerra adesso senza raggiungere tutti i suoi obiettivi, significherà che Israele ha perso la guerra, e non lo permetteremo”.
E ancora ha detto: “Nessuna pressione internazionale ci impedirà di raggiungere tutti gli obiettivi della guerra, e ci trasferiremo a Rafah, e ci vorranno alcune settimane. C’è una pressione internazionale per fermare la guerra insistendo sullo svolgimento delle elezioni, ma noi non ci piegheremo”.
A fare da eco a queste parole quelle del ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich: “Il costo della costruzione di Gaza non è un mio problema”. Dall’inizio della guerra sono arrivati in Israele 300 aerei e 50 navi che trasportavano 35.000 tonnellate di munizioni americane.
Continua la corsa agli aiuti per non far morire di fame gli abitanti di Gaza. Israele sta valutando la possibilità di assumere società e appaltatori della difesa statunitensi per garantire le forniture di aiuti umanitari all’interno della Striscia di Gaza, ha riferito la NBC. Il 15 marzo a Gaza è stato scaricato un pontile con cibo in arrivo da Cipro. Il Giappone intende fornire aiuti umanitari a Gaza attraverso il corridoio marittimo da Cipro. L’aeronautica tedesca ha dichiarato di aver sganciato per la prima volta 4 tonnellate di cibo nel nord della Striscia di Gaza.
Secondo l’UNRWA: “Gli aiuti arrivati a Gaza sono una goccia nell’oceano dei bisogni iniziali degli abitanti della Striscia. Il direttore ad interim dell’Ufficio informazioni dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA), Enas Hamdan, ha confermato che gli aiuti umanitari che arrivano nella Striscia di Gaza sono ancora piccoli e insufficienti”.
Ucciso da Israele il generale Fayeq Al-Mabhouh, coinvolto nel processo di coordinamento con le tribù e l’UNRWA per portare e garantire aiuti umanitari nel nord di Gaza. Secondo l’UNRWA il generale compiva solo azioni umanitarie per conto di tribù e UNRWA.
Il Coordinatore umanitario delle Nazioni Unite nei territori palestinesi: “È necessario aumentare il numero di valichi per consegnare rapidamente più camion di aiuti umanitari a Gaza”.
Si apprende da fonti media che l’Egitto riceve 7,6 miliardi di dollari dall’UE nel contesto dell’incombente offensiva israeliana su Rafah.
Il 15 marzo, la compagnia di sicurezza navale britannica Embry ha affermato che l’attacco notturno degli Houthi ha danneggiato una petroliera, che fino a poco tempo fa “aveva legami con Israele” ma era stata venduta a febbraio. Secondo l’Agence France Presse, alti funzionari Houthi si sono incontrati con alti funzionari di Hamas in Libano e hanno discusso dell’escalation delle operazioni contro Israele. Secondo Sky News in arabo: 15 esperti stranieri, tra cui iraniani e membri di Hezbollah, sono morti negli attacchi statunitensi contro gli Houthi nello Yemen. La notizia non ha alcuna conferma da un’altra fonte.
Lo Yemen il 16 marzo ha riferito che un aereo da caccia saudita ha bombardato la zona di Zada, vicino al confine tra i Paesi. Un bersaglio aereo sospetto proveniente dalla regione del Mar Rosso è caduto in un’area aperta a nord della città di Eilat, Umm al-Rashash.
A seguito dell’arrivo nei cieli israeliani di un bersaglio aereo, probabilmente lanciato dagli Houthi, i media israeliani affermano che “sotto la direzione del ministro dei trasporti, i porti israeliani hanno tenuto una sessione di emergenza e condotto manovre per uno scenario di battaglia in più arene”.
Situazione della linea del fronte Israele -Hamas aggiornato alle 17:00 del 18 marzo.
Il ritmo dei combattimenti nella Striscia di Gaza è rallentato nelle ultime settimane.
Durante il fine settimana si sono registrati continui scambi di fuoco tra Israele e Hezbollah in Libano sud e nord della Galilea. In Libano colpita la periferia della città di Rmeish, la pianura di Marjayoun e la città di Hula; la città di Al-Adissa e l’area di Al-Wazzani. Il Consiglio dell’Alta Galilea ha riferito che razzi sono caduti sulla catena montuosa Ramim, che circonda Kiryat Shmona. Colpite le caserma “Rameem” con due missili Burkan.
Le truppe israeliane hanno attaccato un ospedale nella Striscia di Gaza si tratta ancora una volta del complesso ospedaliero di al-Shifa, nel sud della Striscia di Gaza, colpito dal fuoco dell’esercito israeliano la mattina del 18 marzo. Secondo la rete Quds, decine di civili sono stati uccisi a seguito dei bombardamenti.
L’IDF ha successivamente chiesto che i rifugiati rifugiati nell’area dell’ospedale lasciassero immediatamente l’area. Allo stesso tempo, il comando dell’esercito israeliano non dice dove esattamente dovrebbero essere alloggiati i rifugiati. La Mezzaluna Rossa ha riferito che si sono persi i contatti con l’ospedale. L’attacco è avvenuto dopo che l’ospedale è stato parzialmente riaperto per curare le vittime dei bombardamenti.
Il comando dell’IDF ha ignorato le richieste delle organizzazioni internazionali di fermare l’aggressione contro una struttura umanitaria. Ed è in questi bombardamenti che ha perso la vita il generale Fayeq Al-Mabhouh della resistenza palestinese.
Secondo l’IDF: “L’IDF e l’ISA continuano a contrastare l’attività terroristica nell’ospedale di Shifa”
L’IDF e l’ISA, guidate dalla 401a Brigata, e le forze speciali Shayetet 13 stanno proseguendo precise operazioni nell’ospedale di Shifa per contrastare il terrorismo. Finora 20 terroristi sono stati eliminati all’ospedale di Shifa in vari scontri e decine di sospetti arrestati sono attualmente sotto interrogatorio.
Nell’ospedale sono stati rinvenuti fondi terroristici destinati a essere distribuiti agli agenti di Hamas, oltre a numerose armi. Questa è un’ulteriore prova dell’abuso sistematico degli ospedali e delle infrastrutture civili da parte di Hamas per le sue attività terroristiche.
Raid e arresti in Cisgiordania nel fine settimana raid a campo di Dotan, nel quartiere di Amarna, nella città di Ya’bad. Ucciso Abu Al-Ezz Al-Mabhouh, comandante delle operazioni di sicurezza interna palestinese. Raid aerei hanno colpito sul nuovo campo di Nuseirat.
Oltre il confine con la Siria, l’aeronautica israeliana ha effettuato attacchi contro obiettivi governativi nella provincia del Rif di Damasco. Nel frattempo, nella regione del Mar Rosso, gli Houthi hanno tentato ancora una volta di attaccare una nave che transitava lungo la costa dello Yemen.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio