ISRAELE. Tregua finita con Gaza

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Non è partito sotto i migliori auspici l’accordo siglato tra Emirati Arabi Uniti e Israele il 13 agosto che comprende lo stop della dichiarazione di sovranità nell’area. Le tensioni tra Israele e Palestina sono aumentate al confine dopo una pausa iniziata all’inizio della pandemia di coronavirus: il 16 agosto l’esercito israeliano ha bombardato di nuovo la Striscia di Gaza come rappresaglia per il lancio di palloni incendiari dal territorio palestinese in Israele.

Da Xinhua in Telesur si apprende che Israele pianifica migliaia di nuovi insediamenti illegali in Cisgiordania.

“I jet e gli aerei militari israeliani hanno attaccato le posizioni di Hamas nella Striscia di Gaza, comprese le infrastrutture sotterranee”, ha dichiarato l’esercito israeliano.

Le autorità militari hanno anche riferito di scontri lungo il muro che separa Israele e Gaza.

Una dozzina di persone «hanno bruciato pneumatici, lanciato ordigni esplosivi e granate contro la barriera di sicurezza del confine».

Questa settimana, l’esercito israeliano ha condotto diversi bombardamenti notturni contro posizioni del movimento islamista che controlla Gaza.

Gli attacchi di Israele sono avvenuti in risposta al lancio di palloni incendiari che in alcuni casi hanno provocato incendi nel sud di Israele.

Recentemente, le autorità israeliane hanno anche chiuso Kerem Shalom, l’unico attraversamento merci tra Gaza e Israele.

Questo esacerberà ancora di più le relazioni venendo a mancare l’approvvigionamento di beni e cose.

Gli accordi per la normalizzazione tra EAU e Israele, dunque partono sotto una cattiva stella e non sono piaciuti molto nemmeno agli intellettuali arabi e palestinesi che hanno annunciato il boicottaggio di eventi culturali e di premiazione programmati negli Emirati Arabi Uniti a seguito dell’accordo di normalizzazione tra il paese del Golfo e lo stato di occupazione di “Israele.

La scrittrice marocchina Zohra Rmeij, ha annunciato in un tweet il suo ritiro dallo Sheikh Zayed Book Award ritirando la sua nomination per il romanzo “The Waiting Hall” in solidarietà con il popolo palestinese «nella loro lotta per riconquistare la loro terra usurpata e stabilire la loro libertà e stato indipendente.»

Anna Lotti