
L’esercito israeliano sta mettendo fretta ai produttori della difesa israeliana per rendere operativo un sistema di difesa missilistica basato sul laser entro il 2022, a causa del disaccordo con i Democrat Usa sul finanziamento di Iron Dome.
Negli ultimi due mesi, i militari hanno chiesto alle aziende coinvolte nel progetto di alzarne la priorità, con l’obiettivo di consegnare il primo sistema operativo all’inizio del prossimo anno e dispiegarlo al confine con la Striscia di Gaza entro la metà del 2022. Il sistema, che sarà gestito dall’aeronautica militare israeliana, ha lo scopo di integrare la tecnologia laser nell’Iron Dome, che è in funzione dal 2011, riporta Haaretz.
Ogni intercettazione laser costerà una frazione dei quasi 53.000 dollari di ogni lancio dell’Iron Dome, con più di un intercettore necessario per ogni razzo in arrivo.
Tre sistemi aggiuntivi devono essere consegnati entro il 2024. Secondo i piani attuali, tutti e quattro saranno schierati nel sud di Israele.
L’Iron Dome, che è basato su missili, dovrebbe rimanere operativo per molti anni a venire, ma l’alto volume di razzi lanciati in Israele durante la guerra di maggio con Gaza ha portato la Difesa a concludere che i suoi alti costi unitari potrebbero, in futuro, influenzare la durata dei combattimenti e le opzioni dell’Idf.
Anche se la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato 1 miliardo di dollari di finanziamenti per gli intercettori Iron Dome, la Difesa israeliana riconosce che la dipendenza dai finanziamenti statunitensi per il sistema è destinata a diventare più impegnativa nel tempo; visto che poi il finanziamento è stato rinviato il mese scorso a causa di una spaccatura all’interno dei Democrat alla Camera dei Rappresentanti mentre il Senato deve ancora calendarizzarne il voto.
Un test del nuovo sistema che era previsto per la seconda metà del mese è stato rimandato di qualche settimana in base alle raccomandazioni del campo, soprattutto per eliminare i pericoli per gli operatori.
Attualmente, i nuovi sistemi saranno utilizzati per proteggere le comunità adiacenti alla recinzione di confine, con l’obiettivo di intercettare i razzi quando sono ancora nello spazio aereo di Gaza.
Una volta che i sistemi laser saranno completamente dispiegati, i sistemi Iron Dome esistenti saranno ridispiegati a una distanza maggiore da queste comunità, per fornire una risposta ai razzi a più lungo raggio.
Lucia Giannini