ISRAELE. Houti pronti a intervenire in favore di Hamas. IDF arruola i suoi riservisti in Europa

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Nulla fa sperare in una soluzione breve in Israele. L’aeronautica israeliana invia aerei in Europa per raccogliere i propri riservisti che vivono nel Vecchio Continente. A darne notizia proprio l’aeronautica israeliana secondo cui centinaia di israeliani che vivono lì vengono rimpatriati dall’Europa per unirsi ai ranghi dei riservisti. Ad oggi sarebbero stati arruolati circa 300.000 soldati israeliani. Il governo israeliano ha approvato l’arruolamento di altri 60.000.

Un messaggio pubblicato sui social network informa che aerei Hercules hanno preso parte al trasferimento di emergenza. Non è specificato da quali Paesi europei provengano i riservisti. I medici israeliani riferiscono alle 07:56 del 10 ottobre di almeno 900 morti e più di 2.400 feriti. Inoltre, decine di cittadini stranieri sono rimasti feriti.

La CNN fa sapere che gli Stati Uniti offrono a Israele pianificazione di operazioni speciali e supporto di intelligence, dice alla rete un funzionario della difesa statunitense. Il sostegno non comporterebbe la presenza di truppe americane sul terreno in Israele. Invece, l’assistenza arriverebbe sotto forma di intelligence, sorveglianza e ricognizione.

Intanto la striscia di Gaza è senza acqua e senza luce e i supermercati israeliani stanno attuando una politica di razionamento di acqua, uova, pane e vari altri prodotti.

In una dichiarazione rilasciata dalle Brigate Al-Quds – Battaglione Jenin afferma che: «Nel contesto della continuazione della battaglia al Aqsa Floods, il Battaglione Jenin ha guidato le fila fin dai primi istanti in risposta all’appello a impegnarsi nella battaglia a fianco del nostro fedele popolo nell’amata Striscia di Gaza».

Sarebbero almeno 4 attualmente i battaglioni operanti ma sono attesi gruppi dalla Siria, dall’Iraq e il 10 ottobre è arrivato l’appoggio degli Houti yemeniti.

Abdulmalik Badr al-Din al-Houthi conclude una lunga lettera in questo modo: «La grande operazione a Gaza è un segnale di Dio per l’inizio di una nuova fase. Dio concede la vittoria e il potere ai mujaheddin e al popolo palestinese. Il “Diluvio di Al-Aqsa” è uno degli indicatori dell’avvicinarsi del sollievo divino, a Dio piacendo. Saremo in uno stato di continuo monitoraggio e coordinamento con l’Asse e i mujaheddin in Palestina e, a Dio piacendo, saremo pronti a partecipare secondo i livelli previsti nel quadro di questa battaglia. Condanniamo e denunciamo tutti gli abusi commessi dai normalizzatori contro il popolo palestinese e il suo popolo libero nei media, compresi il tradimento e i tentativi di smantellare la posizione araba e islamica. C’è un fallimento a livello umanitario da parte di paesi che dispongono di enormi quantità di denaro e le disperdono al servizio dell’America e dell’Occidente e sono avari nell’aiutare il popolo palestinese».

Hezbollah sui confini Libano-Israele ha già cominciato a creare problemi. Aspettando il comando a partire. Analista militare del quotidiano ebraico Yedioth Ahronoth ha detto che il confronto con Hezbollah è diverso dal confronto con Hamas. Ciò che ha fatto Hamas è molto grande, ma i membri di Hezbollah hanno una maggiore esperienza di combattimento e il confronto con loro sarà difficile.

I media russi hanno detto che il presidente palestinese visiterà Mosca. Abdel Hafiz Nofal, l’ambasciatore palestinese in Russia, avrebbe detto che i piani per una visita del presidente Mahmoud Abbas erano in preparazione, ma la data non era ancora stata fissata.

Hamas si è dichiarata pronta ad ogni tipo di dialogo politico con Israele. Il rappresentante del movimento radicale palestinese Hamas, Musa Abu Marzouk, ha annunciato la sua disponibilità ai negoziati politici con Israele. In risposta a una domanda sulla sua disponibilità a cessare il fuoco, Musa Abu Marzouk ha affermato che Hamas è aperto a “tutti i dialoghi politici”. Ha anche aggiunto che tra gli ostaggi catturati in Israele ci sono persone con doppia cittadinanza, tra cui russa e cinese.

L’Egitto ha annunciato che a partire dal 10 di ottobre consentirà solo a 2.000 abitanti di Gaza di attraversare il valico di frontiera di Rafah al giorno. L’Egitto impone un blocco su Gaza, più duro di quello imposto dall’esercito israeliano.

Anche la Turchia è scesa in campo e si è detta pronta a facilitare uno scambio di prigionieri tra Israele e Hamas, ma un’eventuale operazione di terra israeliana potrebbe impedirlo, ha riferito il quotidiano Hürriyet.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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