ISRAELE – Gerusalemme. 03/05/15. Scontri giovedì notte, il 30 aprile, tra la polizia israeliana e duemila israeliani di origine etiope che manifestavano contro il “razzismo dea polizia”, nel cento di Gerusalemme. Fonte AFP e Jeune Afrique.
I manifestanti si sono diretti presso la principale arteria commerciale della città, e si sono avvicinati alla residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu, dopo aver bloccato una strada davanti alla sede della polizia. La polizia schierata in massa ha bloccato i manifestanti con un cannone ad acqua. La polizia ha anche sparato gas lacrimogeni, ha detto un portavoce della polizia, aggiungendo che tre poliziotti sono stati feriti da pietre e bottiglie e due manifestanti sono stati arrestati. La radio pubblica, da parte sua ha riferito che almeno 10 manifestanti hanno riportato lievi ferite.
In serata, la situazione era ancora tesa e gli scontri sono continuati per tutta la notte. I manifestanti si erano radunati di fronte alla sede generale della polizia per protestare contro gli incidenti successi negli ultimi giorni che coinvolgono agenti di polizia e membri della loro comunità. «Fermate la violenza della polizia contro gli ebrei neri», scandivano i manifestanti, uno dei quali brandiva un cartello: «In Europa, abbiamo ucciso gli ebrei perché sono ebrei e in Israele uccidono gli ebrei perché “sono neri”».
La stampa locale ha riportato le accuse di un israeliano di origine etiope contro la polizia israeliana Walla Bayach. L’uomo avrebbe detto al sito di notizie Ynet che gli ispettori responsabili dell’immigrazione lo avevano aggredito durante un controllo a Beer Sheva (sud) perché credevano che fosse un clandestino africano. Secondo la versione della polizia invece sarebbe stato Walla Bayach che li ha aggrediti quando gli agenti gli hanno chiesto le sue carte.
In precedenza, un video mostra due agenti di polizia che colpiscono un soldato etiope in uniforme militare domenica a Holon vicino Tel Aviv. Il video è stato girato dai media israeliani. I due agenti sono stati sospesi il giorno successivo, i media hanno detto.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha lanciato in serata un appello alla calma e ha condannato le azioni della polizia.
«Condanno fermamente le botte al soldato della comunità etiope e i responsabili saranno perseguiti, ma nessuno deve farsi giustizia da sé» ha detto Benjamin Netanayhu in un comunicato.
«La comunità di etiopi è cara e lo Stato di Israele ha compiuto notevoli sforzi per facilitare l’integrazione. Io continuerò su questa strada, con il prossimo governo», ha promesso il primo ministro, che sta negoziando la formazione di un nuovo governo dopo le elezioni del 17 marzo. Più di 120.000 ebrei di origine etiope vivono in Israele. Hanno tagliato i ponti con le altre comunità e sono rimasti fedeli per secoli, e le autorità religiose di Israele hanno tardivamente riconosciuti queste persone e i loro familiari come membri della fede ebraica.
Questa decisione ha portato l’organizzazione a dare vita a due ponti aerei, nel 1984 e nel 1991, che ha permesso l’emigrazione di 80.000 di loro in Israele. Hanno dovuto attraversare un enorme divario culturale e sperimentato una difficile integrazione nella società israeliana , nonostante il sostegno del governo massiccia.