Riforma dello “Stato Islamico”

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ITALIA- Roma. 09/07/16. In poche ore il nuovo video al Furqan, una delle case di produzione di ISIS,  non se ne vedeva uno dal 2015, ha fatto il giro della rete. 14 minuti e 58 secondi per descrivere il nuovo assetto dello Stato Islamico secondo le direttive di al Baghdadi, Califfo.

Sì un nuovo assetto a partire dalle province dello Stato fuori dai confini di Iraq e Siria che in tutto sono 19, mentre 16 sono quelle dello “sham”. Il video offre molti spunti di riflessione a partire dall’incontro tra generazioni. Giovani combattenti occidentali (balcanici, europei, caucasici) camminando verso il futuro, incontrano dei bambini che corrono e che portano con se la bandiera dello Stato Islamico. Un passaggio di consegne generazionale, come a dire: “quello che non riusciremo a fare noi lo farà la generazione successiva”. Accattivante anche la grafica che spiega in arabo e inglese, cosa è lo Stato Islamico e come si sviluppa la sua struttura. A partire dal minuto 1.59 vediamo la struttura generale dello “Stato” : Il califfo, sotto di lui il “the delgate Comittee” e allo stesso livello “the shura concil”. E al terzo strato della piramide: “the committees e offices”, “le Wilayat (province) e  the dawawin”. Cari nel video anche gli obiettivi strategici del “Nuovo Stato Islamico”: Fortificare i fronti; preparare gli eserciti; implementare Hudud; rafforzare il rispetto del popolo rispetto alle sentenze dei tribunali di Sharia; diffondere la religione; difende la patria. A partire dal terzo minuto vengono spiegati uno ad uno funzioni e deleghe di ogni singolo ufficio, compreso quello dei media. Interessante rilevare che i media e l’educazione sono allo stesso livello. Fondamentale nella ristrutturazione di ISIS il ruolo dell’amministrazione che viaggia di pari passo con la guerra, le risorse naturali, la salvaguardia dei cittadini e i servizi sociali. E ancora esiste un comitato che si occupa dell’Egira, la migrazione. Comitato diviso in comitato per la ricezione nel territorio dello Stato Islamico e un ufficio dal titolo significativo: “Comitato che fornisce ai vari comitati e dawawin ciò di cui hanno bisogno”. Un altro comitato si occupa del ricatto dei prigionieri e quindi della loro liberazione, promesse a sostentare le famiglie quando i prigionieri sono in carcere. 

Infine, forse il dato più allarmante: un ufficio per ricerca e sviluppo nelle istanze della “Sharia”. Ciò vuol dire che c’è un organizzazzione dedita allo studio del Corano e degli “scienziati” coranici che produrrà manuali, documenti, libri, brochure, che gireranno nel mondo magari in formato anonimo e serviranno per convertire altre persone alla “nuova religione di ISIS”, plagiare nuove menti. Un vero e proprio ufficio per “l’influenza sociale”. Tutti gli uffici provinciali avranno un collegamento con le tribù locali, in modo da avere così l’appoggio di tali dignitari. Il tutto sarà gestito dall’ufficio per le relazioni pubbliche. Gli ultimi due minuti del video sono dedicati alla guerra all’elogio dei combattenti e al loro coraggio. Si ripetono scene tratte da Flame of War, primo documentario dello Stato Islamico, postato sulla rete nel settembre 2014 a cui si aggiungono scene raccapriccianti di omicidi mostrate in maniera integrale. Un video, in ultima analisi che manda un messaggio al mondo: non stiamo perdendo, stiamo vincendo e siamo più forti di prima. E così ancora una volta se ISIS perde terreno sul ccampo, acquista “like” sulla rete.