ISIS tiene d’occhio gli italiani a Mosul

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Isis è alla ricerca di nuovi soldati. Il momento è cruciale e i fronti vanno tenuti. Non solo. Con l’apertura di nuove province l’arruolamento è più semplice. I post in lingua inglese per lo più sono rivolti agli asiatici e agli africani, sono fioriti infatti i link a canali in lingua Swahili. Dal punto di vista della comunicazione ritornano in inglese e arabo i Daily report.

Le notizie vanno assolutamente divulgate per arginare la disinformazione dei media occidentali. Non a caso un account diceva: «La disinformazione in Occidente impera il sito di notizie spagnola con sede a Madrid, ha attribuito la versione visiva dell’esercito Khalid Khalid bin Walid “che Allah sia soddisfatto di lui” (La vittoria viene con pazienza), girato a Yarmouk Basin  affermando che è stato girato a Mosul, dove sono stati uccisi due soldati iracheni!» Insomma per parlare di Mosul si fa vedere Damasco. Sempre in tema di guerra le unità cyber continuano la loro attività sono oltre 100 i profili che ISIS avrebbe craccato. Ancora italiani nei post dei terroristi: «Gli invasori italiani che partecipano alla battaglia di Mosul usano un sistema israeliano IRmr anti -carro». L’immagine che lo accompagna è tratta dal servizio di Fausto Biloslavo.

Apriamo la sezione irachena parlando di un un lungo post di analisi “politica” sullo scontro finale tra gli uomini di al Baghdadi e quelli di Donald Trump, ora che l’amministrazione Obama se ne andata. L’autore narra le vicende irachene avvenute nel periodo del Califfato ed elenca, propagandisticamente, i successi conseguiti contro le forze occidentali, statunitensi in primis. Promettendo che lo scontro finale sarà contro i nuovi infedeli di Donald Trump, che assaggeranno la potenza dello Stato Islamico.

Andando in teatro, autombomba a più non posso a Mosul e dintorni. Il lungo elenco di rivendicazioni relative a operazioni belliche nella città irachena, conferma quanto detto in precedenza sul bagno di sangue che ISIS ha promesso ai suoi nemici nei giorni scorsi, quando ha affermato che non bisognava “ridere troppo presto”. Conferma inoltre che ISIS intende resistere fino all’ultimo uomo, all’ultimo Istishhadi nell’intera area di Mosul.

In Siria, Assad è visto dai ribelli come un Tiranno che gestisce gli affari politici della Siria come un ex re o appunto un tiranno, ovvero attraverso i legami di sangue. E in quanto tale merita di morire perché se c’è una accusa costante sia da parte dei ribelli che da ISIS è che Assad non è un politico ma un tiranno, tirapiedi dei russi pessimo gestore dello Stato e della Umma, la comunità islamica. Scendendo in teatro invece, drammatica la situazione a Daraa, Damasco, Hama.

È entrato in gioco in maniera pesante il nuovo gruppo “unico” Tahrir al Sham dove si stanno avvicinando all’aeroporto di Hama che ospita 40 aerei di Assad. HTS non starebbe puntando ad Hama ma ad una sacca al confine con Aleppo; HTS ha attaccato a Maardes, la base russa ad Hama; e i russi che da poco hanno firmato accordo con i curdi ad Aleppo.

In tutto ciò ISIS sembra arroccata nelle sue città; vedremo questo arroccamento cosa porterà nello scacchiere siriano.

Redazione

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