ISIS. “Commettere reati in Occidente è lecito” per Daesh

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Dopo la pubblicazione di Rumiyah, un account ha cercato di creare panico tra i jihadisti della comunicazione asserendo che la pubblicazione era falsa. Naturalmente è stato scoperto in pochissimi minuti e escluso dai gruppi pro ISIS più vicini al mondo occidentale. In merito alla rivista Rumiyah, si tratta di 60 pagine tradotte nelle 11 lingue dello Sham; ci sono dei contenuti che si ripetono e alcune novità. Negli schemi che si ripetono vi sono gli articoli dedicati agli eroi, in questo numero Abu Muhajir al Farancy, diventato famoso per i Mujatweet morto a Raqqa dopo tre anni vissuti nello Sham.

Di interesse, oltre alla parte filosofica legata alla sua conversione, il viaggio che il ragazzo ha compiuto per entrare a far parte del Califfato. Ha attraversato con la sua auto Francia, Italia, Balcani, Grecia, Turchia. L’Italia dunque era ed è una rotta ben nota ai jihadista da e per il Califfato. Ritornando brevemente alla rivista tra le altre sezioni fisse: abbiamo la V parte di istituzione di uno Stato Islamico che entra sempre in polemica con gli sciiti e ne confuta la dottrina; e ancora la sezione dedicata alle operazioni sotto copertura dove vi ritroviamo: Australia, Belgio e Francia, Filippine, Iran e Israele. Tra le novità invece l’articolo di pagina 12 dedicato alle sorelle del Califfato. In realtà non è la prima volta che ISIS si rivolge alle donne ma in questo numero lo fa in maniera molto “rispettosa”.

Un modo per confutare chi asserisce che ISIS è brutale con le sue donne. Non solo, un articolo che fa chiarezza del ruolo delle donne nel jihad: consolare i combattenti di ritorno dal fronte. Di interesse invece, altra novità, l’articolo centrale del numero: The ruling on ghanimah, fay and ihtitab, dedicato allo stile di vita dei combattenti che vivono nel mondo impuro. Sostanzialmente si indica, con tanto di riferimenti “storico-religiosi” che ai jihadisti che vivono al di fuori dello Stato Islamico è consentito uccidere, rubare, procurasi danaro come meglio riescono in quanto stanno vivendo per Allah in una terra impura di esseri impuri e che quindi non meritano la “compassione di Allah”; è concesso persino il rapimento dei bambini.

Insomma ISIS autorizza tutti i suoi seguaci nel mondo a compiere qualsiasi tipo di crimine pur di creare caos e paura nel mondo occidentale. Ma è nel sottotitolo della rivista che troviamo la chiave di lettura dell’intero numero estrapolato da una frase di Abu Hamzah al Muhajir: “O combattenti di Dio, rinnovate il voto per la grazia di Allah che noi non stancheremo del nostro voto di guerra fino a che non saremo sotto gli olivi di Roma”. ISIS chiede a tutti coloro che hanno fatto giuramento a ISIS di rinnovare la fede e di combattere fino alla morte o fino all’ingresso a Roma come vincitori. La sfida ancora una volta è di tipo culturale prima ancora che di tipo “militare”. Perché indica fino a che non sconfiggeremo la cultura cristiana-cattolica che ha il suo cuore a Roma. È stato postato on line anche il numero 89 di An Naba e tra le pagine più lette e postate l’infografica del nono mese di battaglia a Mosul dove sono elencati i soldati morti, i mezzi distrutti. ISIS afferma che con 3.000 uomini ha bloccato per 9 mesi 150.000 uomini uccidendone 11.700. Tra i canali di ritorno, quello per i lupi solitari (nella foto) dove si possono trovare istruzioni per gli attentati, bombe, idee di dove compierli, etc.

Redazione

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