ARABIA SAUDITA – Riad 10/05/2014. Il 6 maggio scorso, il ministero dell’Interno saudita ha annunciato la scoperta di un gruppo jihadista in Arabia Saudita legata allo Stato Islamico in Iraq e al- Sham (Isis).
Il gruppo stava cercando di dare vita ad una serie di azioni armate in Arabia Saudita, era collegato a Isis in Siria e ad al-Qaeda in Yemen, riporta Al Monitor. Il gruppo stava raccogliendo donazioni, coordinando il traffico di combattenti e di armi e preparando omicidi e attentati in Arabia Saudita, secondo la dichiarazione del ministero. La dichiarazione ministeriale cita chiaramente Isis in Siria e il suo rapporto con i gruppi che stanno prendendo di mira la sicurezza interna saudita. Si tratta di un fatto che rivela la preoccupazione saudita per la crescente influenza di al-Qaeda, al confine settentrionale con la Siria e l’Iraq e sul confine meridionale con lo Yemen. I fronti siriani e yemeniti sono diventati rifugi sicuri per al – Qaeda attraverso due gruppi certamente non vicini: Jabhat al- Nusra e Isis. La politica saudita nei due paesi intende sostenere il processo di transizione: in Siria, sostenendo le fazioni moderate, non legate ad al-Qaeda di cui intende spezzare l’influenza. Secondo il Ministero, il gruppo era composto da 62 membri, la maggior parte dei quali sauditi, di base ad Abha, nei pressi del confine con lo Yemen. Il direttore di Al-Arabiya TV in Arabia Saudita, Khalid al-Matrafi, ha rivelato che il gruppo aveva intenzione di uccidere dei religiosi a Riad: già nel 2009 al-Qaeda in Yemen ha cercato di assassinare il vice ministro degli interni, il principe Muhammad bin Nayef. La divisione interna ad al-Qaeda tra Jabhat al-Nusra e Isis non sui limiterà alla Siria: la scissione si aprirà in altri fronti. Il monitoraggio dei social media rivela che il conflitto armato tra Jabhat al- Nusra e Isis in Siria ha causato divisioni e spaccature profonde tra i sostenitori di al-Qaeda in altri paesi, tra cui l’Arabia Saudita. Questa frattura potrebbe causare la comparsa di una corrente più radicale e violento all’interno di al- Qaeda, attraverso Isis, i cui sostenitori sui social media non nascondono il loro desiderio di spostare le loro operazioni in Arabia Saudita. Più lungo è il conflitto in Siria continua, maggiore è la pressione sui paesi vicini, dove può esplodere la crisi. Il conflitto siriano produrrà un contraccolpo sugli stati che sostengono e finanziano o il regime o la rivoluzione: Iraq, Turchia, Iran, Arabia Saudita, Libano e Giordania sono i paesi che con più probabilità potrebbero subire le ripercussioni del conflitto siriano. Il gruppo scoperto in Arabia Saudita è il primo ad essere scoperto che ha legami con Isis e alla luce della sua lotta contro Jabhat al-Nusra per l’eredità di al-Qaeda, Isis può scegliere di condurre operazioni terroristiche al di fuori della Siria. L’Arabia Saudita, annunciando di aver scoperto una cellula di Isis sul suo territorio rivela le caratteristiche della sua politica verso la Siria, visto che il file siriano è nelle mani del ministro degli Interni Muhammad bin Nayef, che sta anche giocando un ruolo chiave nella lotta contro al- Qaeda in Yemen, dopo averlo strappato dalle mani dell’ex capo dei servizi sauditi, Bandar bin Sultan. La nuova politica saudita si sta muovendo su due linee parallele: combattere al- Qaeda e le sue organizzazioni; sostenere gruppi militari moderati non collegati ad al-Qaeda, per spingere il regime siriano ad accettare la transizione.