La rete d’influenza dell’Iran in Iraq ha subito un duro colpo negli ultimi due mesi. La perdita del comandante della Forza di Quds del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane, Qassem Soleimani, è stato un colpo pesante. La sua uccisione è avvenuta in un momento in cui il gruppo iraniano in Iraq, Kata’ib Hezbollah, è sotto pressione; il suo comandante, Abu Mahdi al-Muhandis, è stato ucciso con Soleimani ed era considerato dall’Iran come il suo governatore militare in Iraq. La sua perdita e la parziale soppressione di Kata’ib Hezbollah significano che l’Iran e i suoi contatti devono ricalibrare la loro strategia in Iraq, e ci sono indicazioni che altre milizie potrebbero farne parte, riporta Just Security.
Kata’ib Hezbollah opera sotto l’ombrello dell’Hashd al-Sha’abi – Popular Mobilization Forces o Pmf, una coalizione di gruppi armati che si è formata o ampliata in risposta agli appelli dei leader religiosi e politici sciiti nel 2014 per impedire a ISIS di prendere Baghdad. I “gruppi speciali” iraniani, cioè le milizie formate con il sostegno iraniano per resistere a Saddam Hussein e/o agli Stati Uniti, ci sono entrate in massa. Sebbene abbiano avuto un enorme successo nel respingere Daesh, questi gruppi erano inizialmente illegali secondo la Costituzione irachena. La situazione è cambiata con l’approvazione nel 2016 di una legge che ha incorporato le milizie nelle forze armate.
Da allora, gli Hashd al-Sha’abi sono diventati sempre più parte della struttura governativa irachena nel settore della sicurezza dell’Iraq, e influenzando le elezioni. I membri del Parlamento direttamente legati, e spesso ancora appartenenti, alle milizie costituiscono oggi un blocco consistente che è stato in grado di influenzare la scelta dei primi ministri nel 2018 e ha acquisito il controllo dei ministeri e delle autorità governative. Allo stesso tempo, i parlamentari sostenuti dalle Pmf hanno lavorato per aumentare i fondi destinati ad Hashd al-Sha’abi, creando di fatto una forza armata parallela con un significativo potere politico.
Questa è stata la strategia iraniana per l’Iraq. Se questa tendenza non venisse arrestata, l’Iraq potrebbe alla fine diventare uno Stato cliente, in cui il governo è in pratica subordinato a un governo ombra militarizzato fedele all’Iran.
Oggi, riporta Al Hurra Tv, Kata’ib Hezbollah è attualmente sottoposta a severi controlli, il suo segretario generale, Ahmed Al-Hamidawi, la scorsa settimana è stato inserito da Washington nella “lista del terrore”, e sta facendo molta pressione su questa milizia.
L’Iran quindi starebbe cercando di trovare una milizia per sostituirle nella loro opera; una nuova milizia in sostituzione potrebbe essere Harakat Al-Nujaba, che ha fatto recentemente dichiarazioni anti-americane; accanto ad essa ci sono altre milizie rappresentate nel parlamento iracheno come Asaib Ahl al-Haq e Imam Ali Brigades che hanno i loro interessi politici ed economici e che intendono proseguire sulla strada tracciata da Soleimani.
Tommaso dal Passo