IRAQ. Scandali, corruzione e attacchi al calcio

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Continua la lotta alla corruzione in Iraq, Nada Shaker Jawdat, parlamentare, membro della Coalizione per la Vittoria, asserisce che è stata tolta l’immunità a 21 deputati su richiesta della magistratura per accuse di corruzione. Molto acceso, sempre in materia di corruzione o sottrazione di fondi pubblici è il dibattito sul licenziamento del ministro per le Finanze iracheno, Fuad Hussein, accusato di sperpero di denaro pubblico. A richiedere le sue dimissioni sono sempre più parlamentari.

Di rilievo poi il dato delle milizie viste, attraverso la lente dei social media, come strozzini autorizzati dell’Iraq: le milizie Asaib si stanno trasformando in mafie e trafficanti nelle aree di Ninive, Salah al-Din, Anbar, Diyala, Baghdad e Kirkuk. Alcuni posti di blocco si trasformano in punti doganali all’interno delle aree, costringendo proprietari di camion, proprietari di negozi e ristoranti a pagare i canoni. Le milizie gestiscono la vendita di droghe, farmaci e alcol in pubblico.

Il pizzo chiesto dalle milizie sciite ammonterebbe a 5 milioni di dinari al giorno dai cittadini di Mosul e 400.00 per i pedaggi sui ponti.

Secondo le organizzazioni umanitarie presenti in Iraq, 6,7 milioni di iracheni hanno bisogno di aiuti umanitari e sono sempre di più quelli che sono al di sotto della soglia di povertà. Non aiuta il dilagare della disoccupazione che aumenta la povertà e spinge i giovani trade braccia del crimine.

A livello politico, Abadi ribadisce il supporto al governo Mahdi ma parla di maggiore vicinanza ai partiti dell’opposizione. L’Iraq di fatto è in crisi anche per via delle spinte esterne di USA da un lato e Iran dall’atro dove Abadi “tifa” Usa e al Maliki “tifa” Iran.

A proposito della pervasività sciita, si può prendere la questione presente sui quotidiani iracheni dell’inizio dei campionati di calcio dell’Asia occidentale a Karbala. I religiosi gridano allo scandalo. I politici chiamo al rispetto del popolo e dei giovani. Nei fatti sarebbero stati organizzati cori da stadio e spettacoli indegni della seconda città santa dello sciismo, per i conservatori. La questione è stata poi risolta dopo un comunicato della Federazione irachena che riafferma la sua terzietà e che lo spettacolo era privo di scopi politici. Le autorità religiose hanno quindi ritirato la denuncia.

Redazione