Armi russe all’Iraq contro Daesh

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RUSSIA – Mosca 24/05/2015. La Russia ha offerto il suo aiuto oltre che forniture militari a primo ministro iracheno Haidar al-Abadi, per combattere lo Stato islamico.

Abadi si era recato a Mosca (nella foto la stretta di mano al presidente russo) proprio per ottenere appoggio nelle lotta contro lo Stato islamico incontrando il presidente russo Vladimir Putin e altri ministri russi. Mosca, non si è tirata indietro certamente e, per bocca dello stesso Putin, ha detto di essere pronta a fornire armi all’Iraq per aiutarla a respingere le forze di Daesh. Si è discusso di sicurezza e di Medio Oriente: «Vogliamo che questa visita sia utile per la cooperazione nella lotta al terrorismo, non solo in Iraq, ma in tutta la regione», ha detto al-Abadi. «L’Iraq è nostro partner storico e affidabile nell’area», ha detto Putin, «Nonostante le difficoltà dell’economia mondiale e le difficoltà dello scacchiere iracheno, i nostri rapporti si stanno sviluppando con molto successo (…) Il fatturato totale non può essere molto grande, ma negli ultimi due anni, è cresciuto di dieci volte. Stiamo attuando grandi progetti congiunti e società russe stanno lavorando in Iraq. Si tratta di miliardi di dollari di investimenti (…) Stiamo sviluppando la nostra cooperazione sia nelle aree civili e in tecnologia militare. Questo significa che abbiamo un ampio ordine del giorno», si legge nel sito del Cremlino. L’anno scorso la russa Sukhoi ha consegnato aerei da combattimento ed elicotteri d’attacco all’Iraq; in sospeso è ancora la vendita di sistema di difesa aerea e elicotteri d’attacco, una commessa del valore di 4,2 miliardi di dollari; il contratto è stato firmato nel 2012 dall’ex primo ministro Nouri al-Maliki a Mosca. In precedenza, ad aprile, il premier iracheno si era recato a Washington e durante gli incontri aveva chiesto al presidente Barack Obama di intensificare l’aiuto militare a Baghdad. A causa di ritardi nella consegna delle armi da parte di Washington, il governo iracheno ha chiesto aiuto a Russia, Iran e Cina.