IRAQ. Peshmerga, PKK e Komala avranno armi USA in funzione anti Turchia e anti Iran

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Secondo la testata Middle East Eye, il congresso statunitense sta valutando la possibilità di equipaggiare il gruppo Peshmerga, operante sul territorio del Kurdistan iracheno, con sistemi di difesa aerea. Ricordiamo che l’Iraq non ha un suo sistema di difesa aerea e da tempo è in trattative per averne uno. Le ultime trattative sono con la Francia.

A darne notizia alla stampa, il repubblicano della Camera dei Rappresentanti Don Bacon. La motivazione di questa scelta sarebbe da imputare agli attacchi delle forze armate iraniane e turche sulle posizioni delle formazioni curde del PKK e del Komala (partito curdo iraniano in esilio) nel nord dell’Iraq.

Gli americani e alleati hanno utilizzato attivamente le risorse dei Peshmerga, fornendo loro armi ed equipaggiamento militare durante la guerra contro Daesh non è dunque una novità la collaborazione con i Peshmerga nell’area. Tuttavia, ora esiste una situazione, negli Stati Uniti, in cui è sempre più difficile decidere di mandare il sistema di difesa aerea, anche l’obsoleto HAWK, in Iraq. Una parte significativa delle risorse è andata all’Ucraina e l’altra serve per proteggere i paesi europei dalla “minaccia russa”.

Rinunciare a uno dei complessi che sono in bilancio e integrati nel comune sistema di difesa aerea della NATO è attualmente una opzione difficile da considerare per gli USA ma i Peshmerga ci sperano. Più probabile che arrivino in Iraq alcuni sistemi Stinger portatili che giacciono nei magazzini. Al momento l’invio di questi sistemi dimostrerà che vi è un sostegno degli Stati Uniti allo stesso tempo gli Usa potranno provvedere ad acquistare armi più nuove.

Secondo alcuni analisti chiamati dalla testata Middle East Eye non è da escludere un altro scenario: con il pretesto di armi difensive, gli americani forniranno non solo i Peshmerga, ma anche formazioni più radicali, come il PKK (contro i turchi) e il Komala (contro gli iraniani).

In questo scenario, anti turco e anti iraniano, è sufficiente che gli americani trasferiscano ordigni esplosivi e armi leggere, e i militanti dei gruppi radicali, se necessario, faranno il resto in Iran o in Turchia.

Lucia Giannini

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