IRAQ. Mentre i turchi combattono i curdi, Daesh continua a uccidere coi suoi cecchini

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Il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, ha annunciato la distruzione di 17 nascondigli e di una caverna occupate dal PKK nel Kurdistan attraverso 15 operazioni militari condotte nell’area di Hakurk, a nord di Erbil. Nel Ninive, la stampa irachena ha riportato la notizia della morte di un vice comandante del 15° reggimento delle PMU, colpito da un cecchino a ovest di Mosul.

Inoltre, unità speciali di combattimento insieme a unità di intelligence hanno raggiunto il confine iracheno-siriano, ad ovest di Anbar, e si sono unite al comando dell’operazione nel deserto di al-Jazeera, in previsione di nuovi scontri. Nel frattempo, in una dichiarazione delle forze di sicurezza dell’Anbar si legge che le famiglie arrivate in Iraq dalla Siria non appartengono a Daesh, ma sono semplici nuclei di sfollati siriani. Si tratterebbe dei convogli di famiglie fatte evacuare dall’area di Baghuz, ultimo avamposto dello Stato Islamico. Altre fonti social siriane continuano invece ad affermare che i civili evacuati sarebbero proprio le famiglie dei miliziani di Daesh arresesi alle forze delle SDF.

Più a sud, Daesh rivendica l’uccisione di 5 miliziani delle PMU appartenenti alla tribù sunnita Jaghayifa, considerata apostata da Daesh, in un attacco vicino la città di al-Hadithah ad ovest del governatorato dell’Anbar. Più ad est, nella provincia di Diyala, le PMU e le forze governative hanno condotto un’operazione di raid e ricerche su larga scala per scovare combattenti di Daesh nei villaggi di Kubba e al-Jalabi, così da mettere nuovamente in sicurezza l’area di Abu Saida.

Daesh continua ad attacare le PMU, nel nord est del governatorato di Diyala. In altre notizie uscite sui social media iracheni, l’autorità transfrontaliera ha annunciato l’arresto, con varie accuse, di 5 individui presso 3 valichi di frontiera, con l’Iran, Mandali, Zurbatiya, Shalamjah, e presso l’aeroporto internazionale di Baghdad.

Infine, Il capo della polizia di Bassora, Rashid Falih, ha annunciato la restituzione delle salme in Kuwait di trecento prigionieri uccisi negli anni ’90, aggiungendo che rimangono ancora sconosciute le sorti di 613 kuwaitiani scomparsi in Iraq durante le due guerre del Golfo.

Redazione