IRAQ. Memorandum d’intesa Iraq-Turchia: nuova strategia per la gestione sostenibile delle risorse idriche

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La crisi idrica in Iraq ha raggiunto livelli allarmanti negli ultimi anni, con una drastica riduzione delle risorse idriche in entrata dall’Iran, che ha interrotto 35 affluenti su 42, lasciandone attivi solo 7. La Commissione parlamentare per l’agricoltura e le risorse idriche ha denunciato che l’Iraq ha perso l’80% delle sue risorse idriche dall’Iran negli ultimi dieci anni. La situazione è particolarmente critica nella zona di Hur al Dalmaj, dove la terra si è trasformata in una distesa sterile a causa del prosciugamento causato anche dalla riduzione della distribuzione idrica da parte della Turchia. 

Nella capitale Baghdad, inoltre, foto diffuse da circoli locali mostrano il fiume Tigri afflitto da severi problemi di siccità e inquinamento. In risposta a questa emergenza, l’Iraq e la Turchia hanno firmato un memorandum d’intesa per la cooperazione idrica, considerato un passaggio storico nella gestione condivisa delle risorse idriche tra i due Paesi. Secondo la testata giornalistica INA, durante una conferenza stampa a Baghdad, il Ministro degli Esteri iracheno Fuad Hussein ha dichiarato che l’accordo include modalità operative per la gestione condivisa delle acque, frutto di discussioni approfondite con il suo omologo turco Hakan Fidan. 

Il ministro turco ha enfatizzato la volontà di garantire sicurezza e stabilità in Iraq, evidenziando che la collaborazione tra i Paesi della regione deve raggiungere livelli massimi. Il memorandum firmato il 2 novembre 2025 rappresenterebbe il frutto di oltre un anno di trattative, volte a superare i limiti del precedente accordo del 2014, che, pur entrato in vigore nel 2021, non ha potuto essere pienamente applicato a causa di molteplici ostacoli, come ha riportato la testata INA. Il nuovo accordo è considerato un punto di svolta nella cooperazione bilaterale, particolarmente nel settore idrico, basato su una partnership integrata per affrontare la scarsità d’acqua e migliorare la gestione e la qualità delle risorse idriche in Iraq.

L’accordo è stato ufficialmente siglato in una cerimonia presieduta dal Primo Ministro iracheno, che ha sottolineato come la crisi idrica rappresenti un problema globale di grande impatto. Al Sudani ha evidenziato che il memorandum, tramite un meccanismo esecutivo, lancerà una serie di grandi progetti congiunti per fronteggiare la scarsità d’acqua. Questi includono interventi di ammodernamento nelle infrastrutture idriche irachene e lo sviluppo di tecnologie irrigue moderne per limitare sprechi e migliorare la gestione delle risorse. 

Nel dettaglio, il meccanismo per l’attuazione dell’accordo si articola su quattro tipologie principali di progetti: miglioramento della qualità dell’acqua e lotta all’inquinamento dei fiumi; sviluppo di metodi di irrigazione e adozione di tecnologie moderne; bonifica dei terreni agricoli compromessi; e infine, un progetto specifico per la governance e razionalizzazione dell’uso delle risorse idriche in Iraq. Secondo la testata INA, un team di consulenti congiunti, composto da esperti dei due Paesi, identificherà le priorità progettuali basandosi sulle richieste delle autorità irachene competenti. Le autorità irachene annunceranno i progetti da realizzare tramite gare d’appalto aperte a imprese turche, con la partecipazione di aziende irachene qualificate. 

La selezione delle aziende sarà condotta secondo procedure rigorose e trasparenti, e il finanziamento dei progetti sarà gestito da una commissione specializzata del Ministero delle Finanze iracheno, con l’approvazione del Consiglio dei ministri. Questa commissione avrà anche il compito di monitorare costantemente il raggiungimento degli obiettivi previsti dal memorandum e di riferire sui progressi al Gruppo di Pianificazione Congiunto del Ministero degli Affari Esteri.

Sul piano finanziario, il meccanismo prevede che i fondi necessari saranno ricavati tramite un conto costituito dalla vendita di quantitativi di petrolio greggio, con le quantità e le modalità stabilite dal Consiglio dei ministri iracheno. Secondo la testata INA, il prezzo applicato per la vendita del petrolio sarà quello internazionale e la vendita sarà effettuata alla società turca secondo le procedure della Iraqi State Oil Marketing Company (SOMO). Una clausola peculiare del memorandum stabilisce che, se il petrolio venduto dalla Turchia sarà rivenduto fuori dalla Repubblica di Turchia e solo nel mercato europeo, l’Iraq riceverà il 65% dei profitti derivanti dalla rivendita a prezzi superiori a quelli internazionali.

Turhan al Mufti, Consigliere del Primo Ministro per gli Affari Idrici, ha evidenziato in un’intervista all’INA che il memorandum è basato sul “reale ed equo fabbisogno idrico dell’Iraq” e mira a garantire la sostenibilità delle risorse idriche, tenendo conto degli impatti del cambiamento climatico. Ha inoltre precisato che uno dei punti chiave dell’accordo riguarda l’ammodernamento delle infrastrutture obsolete, molte delle quali risalgono a progetti superati e non più adeguati ai cambiamenti regionali e climatici, definendo necessario aggiornare metodi e tecnologie irrigue per ridurre gli sprechi mantenendo le stesse aree irrigate.

Nonostante alcune voci riportate dal quotidiano libanese al Akhbar secondo cui l’accordo prevederebbe la cancellazione dei debiti della Turchia e il trasferimento di poteri tecnici su dighe e infrastrutture idriche in Iraq, il portavoce del governo iracheno Bassem al Awadi ha smentito categoricamente tali notizie, definendole false nel corso di un’intervista. A livello internazionale, la firma dell’accordo ha ricevuto il plauso degli Stati Uniti: l’inviato speciale americano in Iraq, Mark Savaya, ha espresso congratulazioni per la firma, sottolineando l’importanza dell’accordo per garantire un accesso sostenibile alle risorse idriche, cruciali per milioni di iracheni colpiti dalla siccità, e ha ribadito il sostegno americano all’Iraq nel processo di stabilità e prosperità. 

Elisa Cicchi

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