
Da giorni si sta svolgendo una grande escalation di operazioni da parte delle forze di sicurezza irachene.
Lo Stato Islamico sta dimostrando, infatti, una capacità nuova: si tratta di una nuova strategia mirata che sceglie i propri obiettivi: si selezionano delle zone e i suoi attaccano, preferibilmente con l’utilizzo di cecchini e IED; compiute le azioni, va in un altro posto. Daesh sta operando sempre in 4 regioni: Anbar, Kirkuk, Diyala e Salahuddin; con delle incursioni a Ninive, a sud di Mosul, e a Baghdad, nella sua area nord.
Questo dimostrerebbe incontrovertibilmente due fatti: c’è una precisa regia operativa, una strategia; e che Isis sta tornando con forza. Lo Stato Islamico non ha certamente i numeri e le armi di una volta ma ha ancora la capacità di fare danni notevoli; tanto che a Diyala richiesto intervento di autorità centrali ed ecco le operazioni della sicurezza di Baghdad. Il tutto facilitato dal ritiro delle forze occidentali, richiamate in patria dall’emergenza pandemica creata dal Covid-19, e dalla profonda crisi politico-istituzionale che vive Baghdad.
A partire proprio da Diyala, dove, dove ad esempio i cecchini dello Stato Islamico hanno preso di mira gli uomini dell’esercito nella zona di Khan Bani Saad. Dopo il primo attacco con l’utilizzo di cecchini, e quando è arrivata poi una pattuglia di soccorso, gli uomini di Isis hanno fatto esplodere un ordigno esplosivo che ha distrutto un Hummer, uccidendo gli occupanti; stessa procedura operativa registrata a nord di Jalawla; così come ad altri posti.
A Kirkuk, poi, Isis ha attaccato con delle mitragliatrici una caserma della polizia federale sciita, uccidendone gli uomini e prendendone le armi; un altro “distaccamento”, come lo definisce lo Stesso Daesh, ha attaccato una simile postazione nel villaggio di Zidan Al-Ajaj: attacco che ha ripetuto quello precedente: scontri con mitragliatrici e razzi che hanno provocato il ferimento di tre poliziotti e ha messo in fuga gli altri; un terzo distaccamento ha attaccato, sempre con le mitragliatrici, una caserma della milizia vicino a Khaled, che ha provocato l’uccisione di un agente, il danneggiamento di un Hummer della milizia nella stessa zona facendo esplodere un ordigno esplosivo.
Come si vede si tratta di uno schema che viene ripetuto anche altrove. Per quanto riguarda l’area del Tigri, si possono registrare attentati e attacchi simili: imboscate contro pattuglie appiedate dell’esercito iracheno a sud di Makhmur, e anche qui attacchi con armi pesanti, anche qui mitragliatrici.
A Salah al-Din, un ordigno esplosivo improvvisato ha fatto esplodere un veicolo delle Pmu, vicino alla città di Tikrit, uccidendone l’equipaggio.
Redazione