Le milizie delle PMF continuano a imporre il loro potere con la forza su molte regioni e città all’interno delle province colpite, in particolare a Jurf al-Sakhr e nell’Anbar occidentale.
Queste milizie impongono il loro controllo su alcune delle aree colpite del distretto di Al-Qa’im, a ovest di Anbar, in particolare il complesso ferroviario situato vicino al confine iracheno-siriano, Akashat, l’area di Mafraq e altre aree, e impediscono il ritorno degli sfollati nelle loro case.
E queste milizie impongono ai residenti una serie di misure stringenti come l’evacuazione delle strade e il loro blocco, oltre a controlli sui residenti, lacuale fa sì che questi preferiscano abbandonare le loro case per rimanere in uno stato di instabilità costante, come sfollati, rifugiati interni, riporta Yaqeen Media.
La loro pervasività nello sfruttare le case dei privati o nell’impadronirsi completamente di una strada, a causa delle loro posizioni geografiche, per farne delle postazioni militari ad esempio a Qaim, viene giustificato col fatto che i loro uomini gestiscono la sicurezza, e secondo l’agenzia «alcune aree datala loro posizione al confine con la Siria sono considerate da diversi gruppi armati vitali o strategiche e questi gruppi si rifiutano di abbandonarle per farvi tornare la popolazione».
«Da quando sono finiti i combattimenti a Qaim, non siamo stati in grado di raggiungere le nostre case a causa del controllo di uomini appartenenti a diverse milizie, tra cui Hezbollah, al-Nujaba e Asaib, e oggi stiamo pagando l’affitto delle nostre aree e case, nonostante noi non ci abitiamo; la nostra casa è stata confiscata», racconta uno sfollato indicando che lui e altri hanno dovuto incontrare un intermediario con la milizia Pmu chiamata Sheikh Saad Alloush, e gli hanno consegnato una richiesta di poter ritornare, ma «il problema non è stato risolto anche quando abbiamo utilizzato agenzie governative che non ci hanno risposto».
La situazione economica della città è rischiosa per le persone a causa della limitazione dei movimenti e del controllo delle milizie sulla maggior parte dei quartieri di Al-Qaim, che ha spinto molti residenti locali a risiedere in altre aree della provincia di Anbar.
La popolazione ha accusato i rappresentanti provinciali e i parlamentari dell’Anbar di non aver fatto agli sfollati solo promesse che non sono state rispettate, sottolineando che lo sfollamento è molto più pesante per le persone dei residenti di Al-Qaim a cui è impedito di tornare nelle loro aree senza motivi convincenti diversi dall’intimidazione della milizia.
Luigi Medici