IRAQ. Le fiamme divorano la Mesopotamia 

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La giornata di politica interna di oggi è stata caratterizzata dalla preoccupazione reale degli incendi che si stanno sviluppando in molte regioni del nord e del centro Iraq. 

Diverse le motivazioni emerse per questi incidenti: gli incendi procurati dagli allevatori in segno di ritorsione contro il governo che importa carne dall’estero e contro gli agricoltori per antiche faide familiari; gli incendi pilotati per togliere le sterpaglie dopo la raccolta, infine gli incendi provocati da ISIS per danneggiare le fattorie degli sciiti o quelle gestite con i soldi dei sauditi. 

Sulla social sfera non ISIS oggi si asseriva che gli incendi registrati nelle regioni del nord Iraq sono avvenuti per la maggior parte per mano di Daesh. «Nel nord dell’Iraq finora sono stati recuperati due dispositivi» si legge in un post. Quindi ISIS non sta semplicemente mettendo in atto un nuovo piano, ma sta approfittando anche della confusione creatasi nella zona per continuare ad attaccare. I consigli di warfare di ISIS ai suoi supporter infatti prevedono gli incendi “strategici” o “tattici” allo spostamento di mezzi e uomini, infine ISIS ricorrendo a sure del Corano riprende dei versi in cui si afferma che il nemico di Allah morirà nelle fiamme, come nella sura Le Api, numero 16, verso 62: «Sarà loro riservato il Fuoco, senza dubbio alcuno, e vi saranno spinti!». 

Si tratta quindi di un nuovo metodo per creare scompiglio, dirottare le unità di polizia insieme ai vigili del fuoco da una regione all’altra mentre ISIS si sposta in altre zone e per ora sta funzionando, sta gettando nel caos la polizia e le unità antiterrorismo, per non parlare degli effetti drastici per l’economia locale. Gruppi di parlamentari chiedono lo stato di emergenza per gli incendi dei campi di cereali e a muoversi in questo momento per il problema anche il Comitato per l’Integrità che sta lavorando al controllo dei mercati interni, problema che potrebbe essere alla base dei roghi indotti nelle diverse regioni.

Redazione