IRAQ. Le conseguenze dell’Aventino di Muqtada al Sadr

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Dalla rivoluzione di ottobre del 2019 il movimento sadrista ha a più riprese invaso la Green Zone di Baghdad per richiedere, tra le altre cose, alle autorità le elezioni e manovre efficienti di contrasto alla corruzione.

Le ultime invasioni della Green Zone risalgono ad ottobre 2022 a seguito delle difficoltà incontrate dai partiti politici di formare un governo dopo lo svolgimento delle elezioni in cui il movimento sadrista era uscito come il primo partito del Paese. Nonostante questi risultati il Quadro di Coordinamento (insieme di partiti politici sciiti tra cui quello di riferimento di Nouri al Maliki vicinissimo all’Iran) è riuscito a creare un governo escludendo quella che era emersa come la prima forza politica del Paese.

Ci si aspettava, dopo la decisione di Muqtada al-Sadr di ritirare i propri rappresentanti in Parlamento, una escalation delle proteste da parte dei sostenitori del movimento sadrista, eppure non solo non si è verificata questa previsione, ma Muqtada al-Sadr ha annunciato un suo ritiro dalla vita politica.

Sebbene tale annuncio non fosse stato accolto come una novità, non è la prima volta che il leader del movimento sadrista annuncia un ritiro dalla politica, alcuni avvenimenti recenti mostrano una situazione tutt’altro che semplice. Negli ultimi giorni, Muqtada al-Sadr ha dichiarato di aver sempre cercato di proporsi come un riformatore dell’Iraq, rendendosi tuttavia conto di non poter riformare il proprio movimento, che secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere parzialmente sfuggito dal suo controllo.

Secondo alcune rivelazioni di una fonte vicina al leader del movimento sadrista, rilasciate all’Agenzia al-Mutala, è possibile comprenderne i motivi. Infatti, viene rivelato che numerosi membri di alto livello, interni al movimento sadrista, sarebbero affiliati ad una nuova milizia nota come Asa’ib al-Qadhiyah, un gruppo che si autodefinisce “il popolo della causa”.

Il leader di questo gruppo ha pubblicato un video in cui ha affermato che negli ultimi dieci giorni del Ramadan ci sarà una campagna per dichiarare fedeltà al promesso e atteso imam sciita, Sayyid Muqtada al-Sadr. La dottrina del Mahdi è profondamente radicata in tutti gli sciiti, anche quelli che non hanno votato al Sadr, e proponendo il leader di un movimento politico come l’Imam nascosto rischierebbe di generare seri conflitti all’interno della comunità sciita stessa.

La decisione di congelare il movimento sadrista deriva quindi dalla volontà del suo leader, così almeno riferisce al Sadr, di scongiurare una tale situazione che rischierebbe di porre Muqtada al-Sadr sul terreno dello scontro religioso, oltre che politico, rischiando di creare gravi fratture interne alla componente sciita irachena e anche nella comunità irachena-iraniana.

Dalle rivelazioni date all’Agenzia al-Mutala emerge che di questa situazione ne starebbe approfittando il Quadro di Coordinamento che, sebbene nelle ultime settimane abbia richiesto a Muqtada al-Sadr di tornare alla vita politica, starebbe sfruttando questa situazione per emarginarlo ulteriormente, spingendolo a fare maggiori concessioni e ad un ritiro definitivo dalla vita politica.

Alla luce di questi avvenimenti è possibile gettare luce anche sulle dichiarazioni rilasciate da Esmail Qaani, leader delle forze Quds dell’Iran a seguito di un incontro con lo stesso Muqtada al-Sadr, quando disse di avere: «l’impressione che il leader del movimento sadrista volesse ritirarsi dalla vita politica per proseguire gli studi religiosi a Qom in Iran».

Queste dichiarazioni potrebbero essere lette in molti modi, come per esempio essere un tentativo, un esercizio, una maggiore pressione su Muqtada al-Sadr, in modo da convincerlo a ritirarsi definitivamente dalla vita politica, e lasciare via libera ai movimenti filo iraniani che non hanno più, con al Sadr fuori dalla politica, rivali.

Alla luce di queste rivelazioni si comprende il relativo silenzio del movimento sadrista di fronte alle questioni importanti di politica interna che sta vivendo il Paese, quali l’approvazione della Legge di Bilancio e, soprattutto, l’approvazione della Legge Elettorale che proprio al Sadr non vuole.

Muqtada al-Sadr al momento ha cancellato i propri account di Twitter e quelli delle piattaforme social media affiliate al suo movimento. Un ritiro vistoso, e un messaggio chiaro. Ma si sa anche che Moqtada ha sempre un asso nella manica. Anche se al momento nessuno sa quale. E quindi osserviamo il suo congelamento.

Pietro Zucchelli

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