IRAQ. La svolta politica di Al-Kazemi

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Ripubblichiamo il servizio del direttore Cristina Del Tutto, sulla svolta politica irachena, al centro dell’ultima puntata di Risiko, la trasmissione su temi di Difesa e Sicurezza, in onda su Radio Sparlamento. Il podcast della puntata si può ascoltare cliccando qui

Il 9 aprile 2020 Mustafa Al-Kazemi, riceve dal presidente iracheno Barham Salih l’incarico di formare un nuovo governo. Il 10 maggio, il già direttore dei servizi segreti iracheni (Iraqi National Service), diventa il nuovo Primo Ministro dell’Iraq. Al-Kazemi è considerato l’uomo del cambiamento, che dovrà traghettare l’Iraq verso nuove elezioni, soprattutto ristabilire la pace sociale e avviare un nuovo sviluppo economico in Iraq. Il forte legame del Primo Ministro iracheno con l’Europa, dove trovò rifugio dall’esilio a cui fu costretto durante il regime di Saddam Hussein, è motivo di speranza anche per l’Occidente. Non a caso, l’opera di modernizzazione dell’Iraq di Al-Kazemi è iniziata proprio in Europa, con un tour nei principali paesi europei: Gran Bretagna, Francia, Germania, ma anche rapporti con la Spagna.

Il Premier iracheno è andato a colloquio con i maggiori leader europei presentando una sorta di “libro bianco” delle riforme, ed è tornato in patria con accordi economici e di cooperazione per la ricostruzione e l’ammodernamento del suo paese. Dalla costruzione di centrali elettriche e di una centrale nucleare, ad un piano per i trasporti, allo sviluppo dell’agricoltura e dell’industria: impegni economici per valore stimabile in diverse centinaia milioni di euro. Un’opportunità tanto per l’Iraq quanto per l’Europa, almeno per quegli Stati che sono riusciti ad entrare nel Piano di ricostruzione dell’Iraq. Adesso, la sfida più ardua per Al-Kazemi sarà quella di creare le condizioni affinché questi accordi possano concretizzarsi. Molto dipenderà dalla coalizione che vincerà le prossime elezioni, ma anche dalla lotta alla corruzione endemica che affligge l’Iraq e che lo rende un paese poco affidabile per gli investimenti stranieri.

Il grande escluso in questa vicenda è il nostro Paese. L’Italia, almeno in questa fase, non è stata coinvolta nei colloqui diplomatici che si sono svolti soltanto due settimane fa, a riconferma della debolezza della nostra rete diplomatica e politica. Una situazione che appare quasi in contraddizione con l’esito del Consiglio Supremo della Difesa che si è svolto lo scorso 27 di ottobre, nell’ambito del quale è stato ribadito l’interesse strategico dell’Italia nei confronti dell’Iraq.

Da queste premesse, Antonio Albanese e Graziella Giangiulio, direttore e condirettore di AGC Communication, hanno svolto una puntuale analisi delle dinamiche geopolitiche relative alla transizione che l’Iraq di Al-Kazemi sta cercando di realizzare.

Buon ascolto!

Cristina Del Tutto