La Primula rossa di Isis

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IRAQ – Baghdad 09/02/2014. Il profilo rilasciato dal ministero dell’Interno iracheno, il 29 gennaio, del capo dello Stato Islamico dell’Iraq e al-Sham (Isis), Abu Bakr al- Baghdadi è il primo nel suo genere dal 2009.

 

Secondo al Monitor, le informazioni del ministero dell’Interno iracheno indicherebbero il suo vero nome: Ibrahim Awwad Ibrahim Ali al-Badri al-Samarrai (a destra); sarebbe nato nel 1971 e avrebbe conseguito un dottorato in studi islamici presso l’Università Islamica di Baghdad; avrebbe lavorato come docente della Sharia prima di diventare un predicatore salafita; avrebbe creato, nella provincia di Diyala, un gruppo armato denominato Jaish Ahl-Sunna wal Jamaa. Le altre informazioni sul suo passato sono contrastanti: alcuni dicono che fosse un contadino addestrato da al-Qaeda durante la sua detenzione a Bucca; altri sostengono che fosse un attivista salafita che aveva lasciato l’Iraq per l’Afghanistan e che fosse vicino di Abu Musab al-Zarqawi. Al di là di tutto, questa congerie di dati dimostra quanto siano scarsamente attendibili simili informazioni, altro segno misterioso e significativo dell’evoluzione strutturale di al-Qaeda in Iraq. Baghdadi avrebbe assunto la leadership di al-Qaeda, che in Iraq è Isi, dopo l’uccisione del suo ex leader Abu Omar al-Baghdadi, ossia Hamed al-Zawi, a metà 2010, quando Isi stava crollando. Le modalità operative di Isi cambiano rapidamente dalla fine del 2011: grandi operazioni nelle carceri, occupazioni di strutture statali e creazione di avamposti in zone desertiche. Operatività milito simile a quella di Abu Musab al – Zarqawi: guerra diretta, occupazione delle città, governo diretto di al-Qaeda. Il mistero che circonda Abu Bakr al-Baghdadi è figlio dell’esperienza di quanto è avvenuto ai suoi predecessori, uccisi dopo che furono rilevati i loro movimenti.

 

Per la sicurezza irachena, ripresa da Al -Monitor, il mistero che circonda Baghdadi si ha perché «Baghdadi limita i suoi movimenti, i suoi contatti, parla solo ad alcuni membri che lo conoscono direttamente». Queste informazioni forniscono un quadro più chiaro su come Baghdadi si protegga, e rende le foto prese catturate ed i documenti con la sua calligrafia un interessante svolta nelle indagini tese a catturarlo. A cascata sono avvenuti i cambiamenti in Siria, in cui Baghdadi ha annunciato la fondazione di Isis e ha ingaggiato lo scontro con Jabhat al- Nusra (il braccio siriano di al-Qaeda). Per ottenere legittimità e riconoscimento da tutte le fazioni qaediste, Baghdadi ha combattuto contro l’emiro di Jabhat al- Nusra, Abu Mohammed al-Golani e poi contro Ayman al- Zawahri, per affermare il suo diritto di combattere in Siria e di esigere fedeltà dal resto dei gruppi arabi, stranieri e siriani compresi. Questa lotta ha compattato una esposizione maggiore di Baghdadi. L’esperienza Isis in Siria ha realizzato il sogno di Baghdadi: per la prima volta dopo anni, Baghdadi è in grado di pacificare intere regioni siriane, creare e addestrare formazioni militari, istituire sedi riconosciute pubblicamente e stabilire tribunali religiosi. L’esistenza di strutture di sicurezza locali di Isis nelle aree protette e il suo cambiamento di stile,, ha fatto pensare che Baghdadi abbia spostato la sua residenza e la leadership nel nord-ovest della Siria.

 

Nonostante la resistenza di gruppi come Jabhat al- Nusra, Baghdadi non sembra pronto a lasciare spazio: la crisi di Anbar è stata, avvisa al Monitor, la sua occasione per aprire le frontiere , espandere il suo controllo e beneficiare delle potenziali risorse finanziarie ed umane dell’Iraq. 

 

Dagli scontri scoppiati ad Anbar, Baghdadi si è presentato come un’alternativa per i sunniti iracheni, alternativo alla classe politica sunnita, ai leader tribali e ai chierici moderati che stanno assumendo un atteggiamento ostile verso Baghdadi.