IRAQ. Il Kurdistan torna a esportare petrolio

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Le esportazioni di petrolio dal Kurdistan semi-autonomo riprenderanno la prossima settimana, ha detto il 17 di febbraio il ministro del Petrolio iracheno, Hayan Abdul Ghani Abdul Zahra risolvendo una disputa durata due anni mentre le relazioni tra Baghdad ed Erbil cercano una quadra e questa potrebbe essere una mossa non solo per aumentare la vendita del petrolio ma per mettere fine a una situazione in stallo tra governo federale e quello curdo che va a vanti da molti anni. 

I flussi di petrolio sono stati fermati dalla Turchia nel marzo 2023 dopo che la Corte internazionale di arbitrato di Parigi ha stabilito che la Turchia ha violato l’accordo esportando petrolio tra il 2014 e il 2018 e ha ordinato ad Ankara di pagare 1,5 miliardi di dollari di danni a Baghdad per le esportazioni non autorizzate di petrolio tramite oleodotti da parte del governo regionale del Kurdistan. Ankara a sua volta si è rivolto ad un tribunale internazionale chiedendo il risarcimento di tasse mai pagate dal Kurdistan e questo ha bloccato tutto il processo politico e poi quello di vendita del petrolio.

I negoziati per riprendere le forniture lungo questa rotta erano in fase di stallo poiché la regione del Kurdistan, le compagnie petrolifere straniere e il governo federale iracheno avanzano richieste contrastanti, compresi i disaccordi sulla condivisione delle entrate tra Baghdad e il governo regionale del Kurdistan.

In precedenza, il Kurdistan iracheno esportava 400mila barili al giorno attraverso la Turchia. Ora Baghdad riceverà 300.000 barili al giorno dalla regione. Un’offerta aggiuntiva potrebbe provenire da un potenziale accordo di pace tra Russia e Ucraina, mentre anche l’OPEC+ dovrebbe iniziare ad allentare i tagli alla produzione.

L’Iraq, il secondo produttore più grande dell’OPEC dopo l’Arabia Saudita, sta attualmente producendo circa 4 milioni di barili al giorno, mostrano i dati dell’OPEC, in linea con l’obiettivo di produzione concordato dall’alleanza OPEC+. Non è chiaro in che modo l’Iraq aumenterà le esportazioni dal nord del paese e rispetterà le restrizioni dell’OPEC+ e se, ad esempio, ridurrà le esportazioni da Bassora, nel sud dell’Iraq.

Maddalena Ingrao

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