IRAQ. I simboli della rivolta

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È stata Helen Sullivan, su Twitter, a postare la foto da Beirut in cui artisti dipingevano il volto di Joker ai manifestanti libanesi. E quella foto è diventata un hashtag, qualcuno da Baghdad ha risposto che la foto veniva da Hong Kong ma, dal momento del lancio, la piazza virtuale irachena ha rilanciato foto di Joker che manifestavano nelle piazze irachene.

Mentre la Siria è in piena fase distruttiva con eserciti stranieri che cercano di definire il suo destino: Libano e Iraq sono in piena fase di rivolte o, come dicono i manifestanti, sono in piena fase rivoluzionaria.

Libano e Iraq condividono una richiesta: dimissioni del governo al potere per immobilità totale e corruzione dei funzionari a tutti i livelli

Vero o meno non spetta in questa sede stabilirlo, ma di certo non si può fare a meno di notare come i giovani dei due paesi non troppo lontani sono stanchi di non partecipare alla vita pubblica.

In Iraq si continua a fare la conta dei suicidi 274 casi in tutto l’Iraq dall’inizio dell’anno, se si parla con i medici di questi una buona parte donne, anche se la prevalenza dei suicidi è di uomini e sono morti per overdose. Alcuni di questi giovani a volte giovanissimi spariscono nel silenzio dei villaggi e aree rurali lontane dai centri urbani. Tra questi giovani si registra povertà, problemi psichiatrici dovuti alla guerra perpetua. Qualcuno si dà alla morte di rientro dai paesi occidentali perché è stata respinta la domanda di asilo politico.

Ma, per tornare alle piazze, c’è un altro elemento comune tra Beirut e Baghdad. Lo sforzo dei blogger di diffondere a quante più persone possibile quello che sta succedendo nei loro paesi al resto del mondo. In Libano al momento non si sono registrati tagli alla connessione mentre non si può dire altrettanto di Baghdad dove si è arrivati anche a un taglio del 70 per cento della connessione internet da parte del governo nei giorni delle manifestazioni. Taglio previsto anche per il 25 ottobre giorno in cui gli iracheni si son dati appuntamento in piazza.

Il governo di Adel Abdul Mahdi sta cercando di correre ai ripari, varando serie di riforme e promesse di occupazione per i giovani in modo particolare gli ingegneri che per primi, uomini e donne, sono scesi nelle piazze, ma a quanto pare la piazza vuole solo una cosa: le dimissioni del governo.

Graziella Giangiulio