IRAQ. Gli iracheni non vogliono le basi USA

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Non cambia la situazione irachena, anzi la notizia del ritiro dalla Siria da parte degli USA e conseguente spostamento delle truppe dallo Sham all’Iraq ha aumentato la tensione sul territorio iracheno. Non solo, il governo ancora non è riuscito a decollare e l’instabilità rischia di subentrare a quella linea sottile della stabilità, a quell’equilibrio precario da poco creato tra le forze politiche affacciatesi nel panorama politico emerso dalla ultima tornata elettorale. 

A confermare questa ipotesi una dichiarazione dei giorni scorsi di Bahaa al-Araji ex ministro per l’Energia ora del movimento sadrista iracheno: «Il processo di democrazia irachena è pura formalità, mancano uomini competenti». E inoltre, si registrano scontri verbali tra ex ministri del governo Abadi e nuovi ministri di Mahdi. 

Tra i nodi da sciogliere importanti, oltre al pericolo del terrorismo sempre in agguato nelle zone lasciate a se stesse: la corruzione endemica per cui la Commissione per l’integrità accusa la magistratura di negligenza; Bassora e le sue manifestazioni contro il governo locale che chiedono le dimissioni di Ammar al Hakim; gli investimenti nel pubblico, a Najaf ci sono ben 143 progetti non realizzati e si tratta per lo più di progetti infrastrutturali; la lotta al traffico di droga protetto da milizie armate site ai confini tra i due paesi; infine l’integrazione tra diverse etnie, a parlare sono stati i turkmeni secondo cui per loro attualmente è impossibile rientrare in Iraq perché vengono perseguitati come i curdi. 

Infine via social si apprende che dal 2005 ad oggi vi sarebbero state confische senza validazioni giuridiche da parte del governo nella green zone di Baghdad.

Il governo iracheno ha rispedito in Russia i figli dei combattenti di ISIS di lingua russa. Infine alta tensione nella base militare USA in Anbar: Ain Al Assad. Il governo dell’Anbar afferma che mezzi militari USA vanno e vengono dalla Siria, senza conferire con il governo di Baghdad, non solo la base stessa rilascia visti per l’ingresso alla base di compagnie che lavorano per gli americani senza passare dal governo iracheno. Tutte queste lamentele hanno portato a manifestazioni sciite che non vogliono le basi Usa in territorio iracheno. La questione è molto dibattuta e rischia di far scivolare il governo Mahdi. 

Redazione