
Secondo i giornali iracheni, una parte del parlamento, soprattutto quella filo iraniana, sta lavorando per velocizzare i tempi della proposizione di una legislazione sull’espulsione delle forze straniere dal territorio iracheno che colpirebbe in primis le forze delle coalizione tra cui le forze USA.
Nella stessa linea è stato, nei giorni scorsi, il portavoce della Guida Suprema dell’Iran Khamenei, Mujtaba al Husseini, secondo cui il popolo iracheno si sta avvicinando sempre di più agli interessi della rivoluzione iraniana proprio sotto il naso degli Stati Uniti; mentre parte della stampa irachena ha condiviso un articolo sulla conferma del legame tra il petrolio iraniano e la guerra degli Houthi nello Yemen.
Di fronte all’ennesimo rinvio della discussione parlamentare sulla legge di Bilancio 2019, parte della stampa irachena ha evidenziato, anche sui social, il mancato pagamento degli stipendi nel settore giornalistico televisivo, cartaceo e radiofonico da ormai sei mesi, mentre sembra che le aziende del settore stiano continuando a pagare regolarmente i direttori di testata e i manager.
Sempre viva è la questione della corruzione: fonti locali della provincia di Ninive parlano della corruzione legata alla città di Mosul dove è in corso il furto di ferro e gomma dalle strutture distrutte. Inoltre, il consiglio del distretto di Hamdaniya nella provincia di Ninive, denuncia il furto dei beni di quattro chiese storiche nella vecchia Mosul nel processo di rimozione dei detriti effettuato da due organizzazioni britanniche e chiede la restituzione di tali reperti.
È sempre più frequente in Iraq il fenomeno delle “migrazioni inverse” ovvero una migrazione verso i campi per sfollati interni dopo un tentativo di tornare nelle proprie aree. La causa di tali ritorni nei campi è lo stato di abbandono in cui versano le aree colpite dal conflitto con una mancanza cronica di servizi e un livello di sicurezza carente. Ad esempio, il direttore del dipartimento sull’Emigrazione del governatorato di Erbil, Baki Mohammed, ha annunciato la migrazione inversa di 790 famiglie dalla città di Mosul verso i campi per sfollati interni. Aumenta anche la percentuale di sfollati interni provenienti dal distretto di Muqdadiyah ha raggiunto il 45% della popolazione locale. Si noti che la maggior parte degli sfollati vive al momento nella regione del Kurdistan.
Redazione