IRAQ. Al Khazemi cerca il favore della piazza

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Il governo di Mustafa al Khazemi muove i suoi passi, primo provvedimento importante nominare il generale Abdel Wahab Al-Saadi all’anti terrorismo. Una scelta coraggiosa e importante che da subito un indirizzo chiaro al suo governo né con gli USA né con l’Iran, vicino agli iracheni. 

Abdel Wahab Al-Saadi è un generale famoso in Iraq e molto amato dalla piazza che a partire da settembre 2019 ha protestato contro la scelta dell’ex premier Adel Abdul Mahdi perchè ha spostato il generale Al-Saadi dal numero due dell’antiterrorismo nonostante l’ottimo lavoro contro Daesh, al ministero della Difesa senza un ruolo. 

Lo stesso Al-Saadi via social aveva detto che riteneva ingiusto il provvedimento. Il generale ha combattuto contro Daesh su più fronti a partire dal 2014 fino al 2017: Baiji; seconda battaglia di Tikrit; Fallujah; Mosul; Hawija. In tutte le battaglie ha fatto la differenza. A non volerlo tra i piedi, il suo capo: Talib Shaghati Mosharry Alkinani, che aveva fatto pressione sul primo ministro, Adel Abdul Mahdi. 

Nelle ore della decisione di Mahdi di escludere Al-Saadi dall’antiterrorismo, i giornali hanno detto che vi erano state pressioni iraniane; altre fonti parlavano di pressioni statunitensi, ma è molto più probabile si trattasse di rivalità interna perché Wahab Al-Saadi vuole cambiare strategicamente e tatticamente l’antiterrorismo iracheno. 

Sceglierlo, ora, da parte di al Khazemi  ha molti significati: accattivarsi  il favore di un popolo che in questo momento lo osteggia e sta preparando manifestazioni contro il suo governo, e allo tesso tempo significa spazzolare via le cellule Daesh che nell’ultimo mese si sono riattivate compendo fino a venti attentati alla settimana nelle regioni di Slahuddin, Diyala, Kirkuk, Anbar, Bagdhad, con qualche attacco a Babilonia e sui monti Makhoul a Erbil sotto gli occhi di un esercito, PMU, milizie, e forze dell’antiterrorismo impreparate.

Sempre il 9 maggio al Khazemi ha liberato i manifestanti dalle carceri, un altro gesto per dimostrare ai giovani che lui non è un politico ma è un uomo al servizio della politica pronto ad ascoltare le loro istanze. Se è vero o meno questo lo diranno solo le prossime scelte del premier.  

Graziella Giangiulio