IRAQ. A rischio guerra civile, Sud nel Caos

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Gli ultimi giorni hanno confermato il netto deterioramento della zona sud del paese, dove la popolazione ha incrementato le manifestazioni contro il governo, i partiti sciiti e le milizie sciite presenti.

La problematica principale è collegata alla mancanza di servizi essenziali: acqua, luce, lavoro, problematiche che affliggono tutto il Paese, ma al sud più cocenti visto che la popolazione del sud, essendo sciita, si aspettava un miglioramento, non un netto peggioramento, come avvenuto, nel post elezioni. 

Si era partiti alcuni mesi fa con alcuni cittadini che esprimevano la mancanza di acqua, lamentele da parte degli agricoltori per la distruzione delle fattorie o dei raccolti, la mancanza di elettricità e lavoro. Oggi la sensazione è che ci si trovi ad un passo dalla rivolta. 

Da venerdì ad oggi, la situazione ha subito una grave discesa verso l’inferno. Sabato dei manifestanti hanno iniziato chiudendo le strade e i ponti nella provincia di Babilonia, mentre l’esercito istituisce checkpoint. 

Abadi, venerdì dal rientro dal vertice a Bruxelles, ha inviato cinque squadre dell’antiterrorismo contro i civili, visto il no all’incontro dei manifestanti, che si sono rifiutati di incontrarlo in un hotel di lusso a Bassora e lo hanno invitato ad andare tra i manifestanti.

Successivamente, il membro del Consiglio di Baghdad, Ahmed al Maliki, ha riconosciuto la paura del governo nei confronti delle milizie e la sua incapacità a disarmarle mostrando incapacità di investigazioni su assassini degli iracheni. In via generale, i manifestanti ritengono partiti politici e Iran responsabili della situazione in Iraq. Sta di fatto che il governo di Baghdad ha deciso di elevare lo stato di allerta al massimo per le continue proteste nel sud del paese, attivisti registrano l’arrivo di unità militari nelle zone sud del paese. 

Sono quindi iniziate delle manifestazioni importanti di fronte al posto di frontiera di Safwan per chiedere lavoro e lotta alla disoccupazione. È stato ucciso un manifestante di Najaf, caposaldo di riferimento degli sciiti, il giovane è stato ucciso e il cadavere stato buttato per strada. Secondo rapporti stampa, nove uffici di partiti politici e milizie nel sud dell’Iraq sono stati bruciati nel corso di manifestazioni in diverse città. Proprio a Najaf, si è svolta sabato una manifestazione di massa che si è diretta verso Piazza Sadr, manifestazione contro governo locale e quello nazionale. 

I manifestanti a Maysan hanno fatto irruzione nel quartier generale del partito Al Fatah accusando i partiti politici di essere responsabili della corruzione rampante in Iraq. Le forze governative hanno lanciato diverse flash bang e gas contro i manifestanti nella provincia di Dhi Qar.  

E come se non bastasse è continuato anche ieri il blocco dei servizi di internet nelle provincie del sud e del centro del paese da parte del governo per impedire la copertura mediatica delle manifestazioni.

Il problema è che le forze di sicurezza da ieri hanno iniziato a rispondere in modo pesante alle manifestazioni. Un video via twitter mostra come le forze di sicurezza hanno disperso i manifestanti usando proiettili veri nel distretto di Zubair, provincia di Bassora. Sono stati registrati almeno 23 feriti tra i manifestanti nella zona di Maysan. 

A Muthanna invece si registrano un morto e 16 feriti tra i manifestanti. Il Governo iracheno ha deciso quindi di imporre il coprifuoco a Samawah, zona di Muthanna, dopo l’uccisione di tre manifestanti e il ferimento di altri 50 che protestavano contro deterioramento dei servizi nella provincia. 

I Manifestanti di Bassora hanno iniziato a bruciare nella notte le foto di Khomeini a Al Zahra street. È stato bruciato dai manifestanti il quartier generale del partito Dawa nel quartiere Manaythara (Abu Sakhir) a Najaf. 

A Bassora invece, diversi manifestanti sono rimasti feriti dalle milizie Badr che aprono il fuoco. Sempre a Bassora, i manifestanti hanno cantato slogan inequivocabili che mirano a cacciare Hadi Amiri, cacciare Khomeini, i suoi clienti e traditori, di fronte al quartier generale delle milizie Badr. In tutta risposta, le milizie hanno attaccato i negozi a Bassora per accusare manifestanti e screditare la rivolta contro la corruzione. 

Il Governo ha deciso di imporre il coprifuoco per il movimento di veicoli e persone nella provincia di Dhi Qar dalle 23 di ieri sperando di rimandare a casa i manifestanti.

Le Forze governative a Muthanna hanno arrestato 65 manifestanti in diverse campagne di arresti nella provincia. I manifestanti sono entrati anche nei giacimenti petroliferi di Bassora, tra i più importanti dell’Iraq, in modo da colpire eventualmente la produzione l’introito principale del governo. 

Da queste notizie pare che la situazione stia sfuggendo dalle mani di Baghdad: a conferma di ciò il fatto che diversi voli in arrivo all’aeroporto di Najaf sono stati spostati a Baghdad. 

Redazione