
L’Iran è l’ultimo paese ad unire la sua voce alle crescenti richieste rivolte alla Turchia affinché interrompa la sua operazione militare in Siria contro le milizie curdo-siriane. Le relazioni Turchia-Iran sono recentemente migliorate, ma Teheran è sempre più preoccupata per la mancanza di chiarezza sulla portata e la durata dell’operazione militare turca e sugli obiettivi di Ankara.
«Auspichiamo che l’operazione della Turchia in Siria si concluda al più presto» ha dichiarato il presidente iraniano Hassan Rouhani. Fino ad ora, riporta VoA, l’Iran era rimasto in silenzio sull’offensiva turca contro lo Ypg. Le forze turche appoggiate dai ribelli siriani sono entrate quasi quattro settimane fa nell’enclave siriana di Afrin controllata dallo Ypg; Ankara accusa lo Ypg di essere terroristi legati al Pkk.
«Gli iraniani non vogliono una grande operazione militare turca in Siria. Non vogliono vedere alcuna minaccia al loro alleato Bashar al-Assad, e il regime islamico dell’Iran non vuole vedere un vicino di casa come forza concorrente in Siria», riporta VoA. L’appello di Rouhani per una rapida conclusione dell’operazione fa seguito alle notizie di questa settimana di uno scontro tra le forze turche e le milizie appoggiate dall’Iran in Siria. Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu è volato a Teheran il 7 febbraio per incontrare il suo omologo iraniano, Mohammad Javad Zarif. L’incontro è avvenuto apparentemente per discutere della cooperazione in corso per risolvere la guerra civile in Siria. Nell’ultimo anno, Mosca, Teheran e Ankara hanno lavorato insieme, in quello che è stato soprannominato il “Processo Astana”.
Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha cercato di attenuare le tensioni con Teheran sulla Siria, definendole una cospirazione di Washington: «Gli Stati Uniti potrebbero avere piani riguardanti la Turchia e l’Iran e forse la Russia, tuttavia, resteremo risoluti», ha detto il 6 febbraio in occasione di una riunione dei suoi deputati.
L’operazione militare turca in Siria pone un dilemma per Teheran: anche se la volontà di prevenire la creazione di una forza di difesa delle milizie curde siriane, insieme all’impegno di rimuovere simili forze dalla strategicamente importante città siriana di Manbij, sono probabilmente accolti con favore da Teheran, tuttavia, Erdogan ha continuato ad aumentare la sua retorica e un allargamento dei suoi obiettivi. Il presidente turco ha evocato, nell’incontro parlamentare, le glorie imperiali del paese quando ha detto: «Un gigante addormentato si è ora risvegliato». Simile retorica potrebbe far scattare un campanello d’allarme a Teheran.