IRAN.Teheran promette vendetta contro Usa e suoi alleati

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Il vice capo delle Guardie rivoluzionarie iraniane ha avvertito i leader statunitensi e israeliani di aspettarsi una risposta “devastante” da parte di Teheran, accusandoli di essere coinvolti nell’attacco alla parata militare nella città di Ahvaz, dove sono morte 25 persone, tra cui 12 membri delle Guardie Rivoluzionarie. 

Il 22 settembre, quattro assalitori hanno sparato su una tribuna ad Ahvaz, dove si stava svolgendo la parata commemorativa dell’inizio della guerra Iran-Iraq del 1980-88. I principali leader iraniani hanno accusato gli alleati arabi degli Stati Uniti del Golfo della strage. Una simile accusa alimenta ulteriormente la contrapposizione tra l’Arabia Saudita e l’Iran per allargare la rispettiva sfera d’influenza in tutto il Medio Oriente. Gli Emirati Arabi Uniti, stretto alleato di Arabia Saudita e Washington, hanno respinto le accuse iraniane. 

Il ministro iraniano dell’Intelligence, Mahmoud Alavi, ha detto che sono stati già effettuati una serie di arresti dopo l’attacco, riporta l’agenzia di stampa Mizan; il generale dell’esercito iraniano Nozar Nemati, secondo  Mizan, ha detto che «gli agenti dietro questo attacco sono stati identificati e saranno resi pubblici al momento opportuno».

Inoltre, l’agenzia dello Stato islamico A’Maq ha postato sui social media un video di tre uomini in un veicolo che stavano preparandosi per l’attentato. 

Un uomo con un berretto con il fregio della Guardia Rivoluzionaria illustrava nel video l’imminente attacco in farsi: «Siamo musulmani, sono kafir (…) Li distruggeremo. Li distruggeremo con un attacco potente, inshallah».

Anche l’Ahvaz National Resistance, un movimento di opposizione di etnia araba iraniana che cerca di creare uno stato separato nella provincia del Khuzestan, ricca di petrolio, ha rivendicato l’attacco. Per i vertici dei pasdaran, l’attacco di Ahvaz è stato condotto da uomini addestrati dagli Stati del Golfo e da Israele, sostenuti dall’America.

A livello politico, è assai improbabile che la Guardia rivoluzionaria iraniana possa colpire direttamente paesi ritenuti responsabili dell’attacco, riporta Reuters.

La reazione che ci si aspetta potrebbe concretizzarsi in missili sparati contro i gruppi di opposizione che operano in Iraq o in Siria che potrebbero essere collegati ai militanti che hanno inscenato l’attacco.

Graziella Giangiulio