IRAN. Sotto Raisi, l’economia va peggio di prima

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Un’analisi dei risultati a medio termine del governo del presidente iraniano Ebrahim Raisi in termini di indicatori macroeconomici e movimenti di mercato mostra che l’economia sta andando peggio oggi rispetto a prima del suo insediamento nell’agosto 2021.

A due anni dall’arrivo al potere di Raisi, gli iraniani soffrono di un’inflazione in crescita, di un potere d’acquisto in calo, di un deprezzamento della moneta nazionale, di un peggioramento della crisi idrica e di una carenza di elettricità e gas, nonostante le vaste riserve del Paese, mentre i mercati continuano a risentire di pratiche speculative e di ricerca di rendita e di svantaggi fondamentali, riporta BneIntelliNews.

Secondo l’iraniano Donya-e Eqtesad, l’inflazione puntuale era del 49,1% alla fine del primo anno del mandato di Raisi.

Il dato si è attestato al 39,4% alla fine del secondo anno del presidente in carica.

In confronto, le cifre corrispondenti durante l’amministrazione dell’ex presidente Hassan Rouhani erano del 14,7% per il primo anno e del 12,7% per il secondo anno di mandato.

In particolare, la valuta del Paese, il rial, ha perso circa la metà del suo valore da quando Raisi è diventato presidente, e attualmente viene scambiata a 500mila rial per un dollaro sul mercato libero.

Per mettere in prospettiva altri mercati, il valore delle monete d’oro sovrane ha guadagnato in media il 157%, mentre l’indice di riferimento della Borsa di Teheran è aumentato solo del 48% da agosto 2021.

Si ricorda che la razionalizzazione dello stato del mercato dei capitali era tra le promesse della campagna elettorale di Raisi prima di salire al potere.

Nel frattempo, Donya-e Eqtesad indica che la crescita del Pil iraniano è migliorata sotto Raisi, poiché l’economia ha registrato un aumento del 4,4% nel primo anno e del 4% nel secondo anno della sua presidenza. I dati relativi ai corrispondenti periodi di Rouhani si sono attestati al -4,2% nel primo anno e allo 0,8% nel secondo.

Sebbene i dati di crescita siano stati più alti sotto il presidente in carica, per Donya-e Eqtesad, tali tassi sono stati realizzati grazie a fattori esogeni piuttosto che agli investimenti e alla crescita economica interna.

Ilna, poi, riporta che il prodotto interno lordo iraniano a prezzi correnti è sceso da circa 500 miliardi di dollari a meno di 300 miliardi di dollari.

I dati positivi di crescita economica riportati non sono il risultato degli investimenti, piuttosto, la crescita si è verificata perché l’economia iraniana ha toccato il fondo e non è stata in grado di diminuire ulteriormente; le esportazioni di petrolio dell’Iran hanno assunto una tendenza al rialzo in seguito al parziale alleggerimento delle sanzioni unita all’aumento dei prezzi del petrolio.

Questi tre fattori insieme hanno favorito la crescita economica dell’Iran.

Maddalena Ingroia

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