
L’Iran colpisce il Kurdistan iracheno con un embargo sui carburanti, mentre Erdogan dalla Turchia accusa Israele di aver fomentato le ambizioni di indipendenza della regione.
Entrambi i paesi vicini si oppongono fermamente all’indipendenza dei curdi iracheni, temendo che alimenterà il separatismo nelle loro popolazioni curde
L’Iran ha imposto un embargo sulle esportazioni e importazioni di prodotti petroliferi da e verso il Kurdistan iracheno in risposta al controverso referendum sull’indipendenza della regione. A tutte le aziende di trasporto e agli autisti viene ordinato di smettere di trasportare prodotti petroliferi tra l’Iran e il Kurdistan iracheno fino a nuovo ordine o di affrontarne le conseguenze, riporta Afp, che cita il sito web dell’agenzia Tasnim.
I curdi iracheni hanno votato a stragrande maggioranza per l’indipendenza nel referendum; l’Iran si oppone fermamente all’indipendenza dei curdi iracheni, temendo che provocherà simili consultazioni tra la sua popolazione curda.
Sulla base dei recenti sviluppi regionali e su ordine del dipartimento per gli affari di frontiera del ministero dell’Interno, le compagnie di trasporto internazionale e gli autisti dovrebbero evitare di caricare e trasportare prodotti petroliferi verso la o dalla regione del Kurdistan in Iraq fino a nuovo avviso, recita la direttiva. Il gasolio è una delle principali esportazioni iraniane verso la regione autonoma del Kurdistan, che ha importato 110 milioni di litri dall’Iran lo scorso anno, riporta Irib su dati Noc; gli scambi annuali totali tra i due paesi ammontavano a 5 miliardi di dollari. Teheran non riconosce il voto di indipendenza e dopo il referendum ha sospeso tutti i voli da e per il Kurdistan iracheno e ha avvertito che tutti gli accordi sulle frontiere saranno annullati, anche se i valichi di frontiera sono ancora aperti.
Nel frattempo, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha accusato il 29 settembre l’intelligence israeliana, il Mossad, di aver avuto un ruolo nel voto di indipendenza del Kurdistan iracheno, come dimostra l’ ondata di bandiere israeliane durante le celebrazioni del schiacciante “sì” al voto. Ankara si era opposta al referendum e ha minacciato sanzioni contro la regione nel timore che si potrebbe scatenare una rivolta da parte della sua minoranza curda. Israele è stato l’unico paese a sostenere apertamente uno Stato curdo indipendente, Erdogan ha deriso il sostegno israeliano.
Ankara ha minacciato di chiudere il confine terrestre tra la Turchia e la regione curda e di bloccare il transito del petrolio dal Kurdistan iracheno al porto turco meridionale di Ceyhan; i vettori turchi Turkish Airlines, Atlas e Pegasus hanno sospeso per un periodo indeterminato i loro voli verso il Kurdistan iracheno.
Tommaso dal Passo