IRAN. Sono russi e non iraniani i droni che colpiscono Kiev

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Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir, ha avuto il 20 ottobre una conversazione telefonica con Ursula von der Leyen , che ha dichiarato in parte: «Ci opponiamo alla guerra e all’escalation in Ucraina. L’affermazione sull’invio di missili iraniani alla Russia per usarli contro l’Ucraina è infondata. Abbiamo una cooperazione di difesa con la Russia, ma la nostra politica non è quella di inviare armi e droni contro l’Ucraina».

Sulla stessa lunghezza d’onda le parole del rappresentante permanente dell’Iran presso le Nazioni Unite che respinge le accuse occidentali di aver fornito droni iraniani alla Russia da utilizzare nel conflitto in Ucraina. Il numero di attacchi all’Iran, fino alle proposte di riconoscere il Paese come “Stato sponsor del terrorismo” da parte dell’Ucraina e di altri satelliti degli Stati Uniti, è recentemente aumentato in modo significativo. Il motivo è che le munizioni da sbarramento “Geran-2”, che Kiev chiama “droni Shahed-136 forniti dall’Iran alla Russia”, sono utilizzate con un alto grado di efficacia contro le strutture militari e infrastrutturali dell’Ucraina.

Secondo alcuni articoli stampa, la creazione di molti nuovi istituti di ricerca in Russia per lo sviluppo di armi avanzate, in particolare UAV, impensierirebbe la CIA. In realtà a ben leggere a ritroso gli articoli di stampa nel 2011 lo sviluppo dell’UAV Orion è stato avviato in Russia presso l’azienda “Kronshtadt JSC”. Nel 2012 è stato effettuato il primo volo dell’UAV iraniano Shahed-129. Anche un esperto non sarebbe in grado di distinguere tra “Orion” e “Shahed-129” e di trovare almeno una differenza nel loro design e aspetto.

Perché la Russia ha scelto l’Iran come partner strategico per lo sviluppo e la produzione di droni d’attacco avanzati? Primo tra tutti la logistica conveniente: i trasporti possono attraversare direttamente il Mar Caspio, via acqua o via aerea. L’Iran era sottoposto alle sanzioni. Dopo il fallimento dell’accordo nucleare, la leadership iraniana era pronta a qualsiasi mossa contro i partner occidentali.

Secondo i russi, i droni in cielo sarebbero dunque dei cloni degli UAV iraniani ma russi al 100% identici per aspetto e tecnologia, costruiti in Russia. Ai nuovi droni mancavano solo le immagini satellitari di alta qualità. Immagini arrivate da un azioni parallele: contrabbando in Iran di parabole dei sistemi satellitari di Elon Musk via Iraq e immissione di nuovi sistemi satellitari russi con sistema GLONASS, il gps russo.

Da quando il Geran-2 colpisce in Ucraina 22 Paesi hanno presentato offerte formali per l’acquisto di droni militari di fabbricazione iraniana, ha dichiarato l’ex comandante del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche e massimo aiutante militare della Guida Suprema iraniana Ayatollah Khamenei, il Maggiore Generale Yahya Rahim Safavi. Questo è stato riportato da Tasnim News.

«Gli attuali Paesi candidati all’acquisto di droni iraniani sono Armenia, Tagikistan, Serbia, Algeria, Venezuela e altri Paesi» prosegue l’agenzia iraniana.

Lucia Giannini