Il fronte intransigente della leadership iraniana di fronte alle proteste dilaganti si sta rompendo. Ali Larijani ha rotto con la linea intransigente del regime, avvertendo che una “risposta rigida” ai disordini “non è la cura”.
Larijani, 65 anni, consigliere della Guida suprema iraniana Ali Khamenei e presidente del Parlamento per 12 anni fino al 2020, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano iraniano Ettela’at, affrontando il tema delle proteste, tra le quali si ritiene siano morte almeno 201 persone.
Larjani, conservatore ed ex comandante del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche, a cui è stato impedito di candidarsi alla presidenza nel 2021, contribuendo a spianare la strada a Ebrahim Raisi, ha affrontato la questione dell’imposizione dell’uso dell’hijab, o velo, per le donne in Iran, riportano BneIntellinews e Rferl.
Larijani ha messo in discussione l’eccessiva applicazione dell’hijab da parte dello Stato in base al codice di abbigliamento islamico, avvertendo che l’applicazione estremista dei costumi sociali porta a reazioni estremiste. «L’hijab ha una finalità culturale, non ha bisogno di decreti e referendum. Apprezzo i servizi delle forze di polizia e dei Basij, ma l’onere di incoraggiare l’hijab non dovrebbe essere assegnato a loro (…) Non dubitate che quando un fenomeno culturale si diffonde, una risposta rigida verso di esso non è la cura. Le persone e i giovani che vengono in strada sono i nostri stessi figli. In una famiglia, se un bambino commette un crimine, si cerca di guidarlo sulla retta via, la società ha bisogno di più tolleranza», ha detto Larijani.
Larijani ha anche ricordato come durante il periodo di governo monarchico dell’ultimo Scià, prima della Rivoluzione islamica del 1979, l’hijab non fosse incoraggiato, ma molte donne lo indossavano volontariamente: «Il governo islamico significa che le persone gestiscono i propri affari. È lo stesso in termini di giustizia sociale. Se gli affari sono gestiti dal popolo, i suoi talenti fioriranno (…) Il problema è che se in una società i giovani non attuano correttamente una delle regole della sharia da un punto di vista intellettuale e sociale, questo non è sbagliato al 100%»: le proteste in Iran sono considerate degne di nota perché sono tipicamente guidate da donne.
Maddalena Ingrao