IRAN. Se gli USA vogliono bloccare il nostro petrolio, ci provino

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Il comandante del Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane, Qasem Soleimani, ha promesso di interrompere le esportazioni di petrolio dal Medio Oriente, se il presidente Donald Trump avesse tagliato le esportazioni di petrolio iraniano, riporta Al-Hayat. Ma un portavoce del Comando Centrale degli Stati Uniti ha detto che la marina americana e i suoi alleati nella regione «sono pronti a garantire la libera navigazione e il libero flusso degli scambi» ai sensi del diritto internazionale.

Soleimani ha scritto al presidente iraniano Hassan Rouhani di apprezzare la sua «ferma posizione contro le minacce lanciate dai funzionari americani e sionisti, e le loro dichiarazioni assertive e autoritarie». Parlando a Berna, in Svizzera, Rouhani ha detto che: «Gli americani hanno affermato che vogliono fermare completamente le esportazioni di petrolio iraniano», aggiungendo: «Se è possibile, fatelo  e vedrete le conseguenze», riporta Jewish Press.

Parlando a Vienna, Rouhani ha sottolineato la necessità di salvare l’accordo nucleare del 2015 tra Teheran e sei potenze mondiali, dicendo che il ritiro degli Stati Uniti «non è legale. Né gli Stati Uniti né alcun paese trarranno beneficio da questa decisione (…) Rimarremo nell’accordo se gli altri Stati firmatari, ad eccezione degli Stati Uniti, forniranno garanzie per gli interessi dell’Iran. Abbiamo bisogno di un equilibrio tra i nostri dazi e l’imposizione di restrizioni, e speriamo di compiere passi decisivi in termini di commercio ed economia». 

Inoltre, secondo Al-Hayat, la provincia di Teheran ha annunciato misure temporanee per affrontare la carenza di energia elettrica e acqua, e ha invitato la popolazione a fare un «serio sforzo per ridurre il consumo di energia», dopo aver regolato l’orario di lavoro nei vari dipartimenti e la fissazione dell’erogazione corrente elettrica. Nel tentativo di frenare il crollo del rial, il governatore della Banca Centrale dell’Iran, Aliullah Saif, ha annunciato il lancio di un mercato secondario dei cambi, dove gli esportatori e gli importatori partecipanti accetteranno di operare nella loro valuta estera.

Tommaso dal Passo