IRAN. Pechino appoggia l’Iran per difendere il suo Medioriente

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La Cina ha sostenuto l’Iran nel suo diritto di difendere la propria sovranità dopo l’assassinio a Teheran il mese scorso del capo del Politburo di Hamas, Ismail Haniyeh. Ha anche rinnovato il suo appello per sforzi congiunti per allentare le tensioni in Medio Oriente.

Domenica 11 agosto, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha detto al ministro degli Esteri iraniano ad interim Ali Bagheri Kani (l’11 agosto, Pezeshkian ha nominato Abbas Araqchi, ex principale negoziatore di Teheran nei colloqui sul nucleare, come ministro degli esteri del paese) che Pechino avrebbe sostenuto Teheran “nel difendere la sua sovranità, sicurezza e dignità nazionale in conformità con la legge (…) La Cina sostiene anche gli sforzi dell’Iran per mantenere la pace e la stabilità regionali, ed è pronta a mantenere una stretta comunicazione con l’Iran”, ha affermato Wang, secondo quanto ripotato dal ministero degli Esteri cinese, riporta Scmp.

“La priorità è che la comunità internazionale esorti congiuntamente tutte le parti ad attuare seriamente le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e a creare le condizioni per un cessate il fuoco completo e permanente a Gaza il prima possibile”. Wang ha anche descritto la Cina e l’Iran come “partner strategici completi” e ha affermato che la Cina era disposta a lavorare con il nuovo governo iraniano.

La chiamata del Ministro cinese è stata la prima tra i due da quando Ismail Haniyeh è stato assassinato a Teheran il 31 luglio. Haniyeh è stato visto l’ultima volta all’insediamento del presidente iraniano Masoud Pezeshkian.

L’11 luglio, Wang ha nuovamente condannato l’assassinio, affermando che ha seriamente “violato la sovranità dell’Iran e minato direttamente il processo di negoziazione del cessate il fuoco a Gaza”. I gruppi armati palestinesi guidati da Hamas stanno combattendo Israele nella Striscia di Gaza dall’inizio di ottobre.

Secondo il Ministero cinese, Bagheri ha affermato che mentre l’Iran era impegnato a mantenere la sicurezza regionale, avrebbe difeso fermamente la sua sovranità nazionale e l’integrità territoriale. Sperava anche che la Cina avrebbe svolto un ruolo più importante nel de-escalation della situazione; dando quindi un assist a Pechino che già intervenuta nel far riprendere le relazioni tra Arabia Saudita e Iran, appunto. Pechino ha fatto una serie di grandi investimenti nell’area che un conflitto allargato madarebbe all’aria, oltre che unificare tutti gli sforzi per rafforzare la sua influenza nell’area. 

Hamas e l’Iran hanno incolpato Israele per l’omicidio e hanno giurato di vendicarsi. Israele non ha rivendicato la responsabilità della morte, ma in precedenza aveva giurato di eliminare i leader di Hamas.

Le tensioni hanno aumentato i timori di un conflitto più ampio nella regione, spingendo le ambasciate cinesi in Libano e Iran a diramare avvisi di sicurezza.

Anche il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche dell’Iran ha organizzato una massiccia esercitazione nell’ovest del paese da venerdì scorso.

Oltre che con Bagheri, Wang ha avuto conversazioni simili con le controparti in Egitto e Giordania, chiedendo sforzi congiunti per allentare la tensione e creare le condizioni per un cessate il fuoco a Gaza.

Pechino ha intensificato gli sforzi come mediatore di pace in Medio Oriente. Una settimana prima dell’assassinio, le fazioni palestinesi rivali tra cui Fatah e Hamas hanno firmato un accordo nella capitale cinese volto a risolvere le divisioni e costruire unità.

Luigi Medici 

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