IRAN. Negozianti contro il governo. Come nel 1979

233

Esattamente come nel 1979, i negozianti del centro di Teheran sono usciti a protestare contro la gestione da parte del governo della crisi idrica in corso, incentrata sulla provincia di Khuzestan, così come le ondate di blackout.

Numerosi video postati su Twitter il 26 luglio, riporta BneIntelliNews, fanno seguito ai disordini avventi il 21 luglio nel Khuzestan e giunti al dodicesimo giorno, iniziati per le conseguenze della peggiore siccità degli ultimi 50 anni: questi disordini si sono estesi alla capitale. La protesta dei negozianti, in risposta a un blackout che ha danneggiato il commercio del distretto, ha incanalato il dissenso più ampio nei confronti del regime, come testimoniano i cori inneggiati dai manifestanti stessi.

In vista dell’inaugurazione, la prossima settimana, della presidenza del falco Ebrahim Raisi, c’è un livello di malcontento crescente nel paese, su questioni che includono la carenza di acqua e di energia, il fatto che la strada di Raisi verso il potere è stata spianata dall’eliminazione politica dei principali candidati moderati, l’alta disoccupazione e l’inflazione, le pensioni decimate, i bassi salari nell’industria energetica iraniana che hanno provocato interruzioni del lavoro per diversi mesi e una diffusa insoddisfazione tra le imprese e la popolazione per come è stata affrontata l’epidemia di coronavirus.

Almeno cinque persone sono state uccise durante le manifestazioni nel Khuzestan, compreso un poliziotto; ma potrebbero essere di più. Ci sono resoconti sulla socialsfera di diverse centinaia di persone ferite negli scontri in varie città. Da prassi recente, la polizia starebbe tentando di reprimere le proteste in parte tagliando o rallentando i servizi di Internet mobile.

Alla protesta di Teheran, le persone sono state viste in video postati su Telegram fuori dai centri commerciali e dall’ambasciata britannica in Jumhouri Street, mentre cantavano “Seppellite i mullah!”, “I chierici spariscono!” e “Né Gaza, né Libano, la mia vita per l’Iran”. Altri video sui social network mostrano persone che prendono di mira la Guida Suprema Ayatollah Ali Khamenei con cori tra cui “Morte al dittatore!”.

I residenti di Teheran, nel frattempo, e sempre sui social media, hanno discusso la crescente presenza della polizia in molte stazioni della metropolitana e nelle strade.

L’interruzione di internet nel paese ha coinvolto il traffico sia attraverso la rete ADSL cablata che le connessioni internet mobili 4G, riporta NetBlocks.org.

Il Daily Jumhouri Islami, il 26 luglio, ha pubblicato una lettera del suo comitato editoriale, che consigliava al governo di prendere atto del peggioramento della situazione nel paese e diceva che «devono incolpare solo se stessi» per i disordini in corso; «La gente non è soddisfatta di voi, se avete tutti gli arsenali del mondo, non potete mantenere questo sistema», ha detto il quotidiano.

Graziella Giangiulio