Il nucleare libico nel mirino di Iran, Sudan, Turchia, Israele

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LIBIA – Tripoli. 10/04/15. Da alcune fonti social libiche a partire dal 4 di aprile si legge: Turchia, Israele, Iran, Sudan e altri paesi stanno cercando di mettere le mani sul magazzino della Libia di uranio “yallow cake”.

La fonte di tale notizia sarebbe la testata kuwaitiana Al-Watan con la conferma di raid aerei israeliani nel sud del Paese confermati da “canale24” di Israele. Secondo il canale israeliano “canale 24” «vi sarebbe un passaggio di armi e munizioni dall’Iran attraverso il Sudan per la Libia meridionale e da qui pronti a ripartire per Gaza via Egitto ultimo destinatario: Hamas». Una tesi questa secondo alcune fonti libiche del tutto fuori luogo.
La testata Dinar Valley riferisce: «Abbiamo contattato alti ufficiali militari libici ed era in generale il personale negli ultimi due anni che ci ha assicurato che non c’è un grande magazzino di uranio in Libia ed è equivalente alla produzione del Niger per un periodo di 3 anni, più di 3.500 tonnellate di uranio (cale yallow) imballati in fusti che pesano dai 600 a 700 k. per un totale di 6.400 barili. L’Agenzia per l’energia atomica non sa quali siano la quantità di scorte di uranio possedute dalla Libia. L’NTC nell’anno 2011 ha annunciato che il quantitativo era stato messo in un deposito segreto vicino Sabha. Gli Stati Uniti hanno di recente visitato il sito e lo hanno fotografato. Inoltre avrebbero, sempre secondo Dinar Valley, gli USA avrebbero sostenuto la legittima aspirazione di tutti gli Stati di utilizzare energia nucleare presente per scopi militari o per energia pacifica perché si tratta di una considerevole ricchezza finanziaria. Vi sarebbe un accordo tra Iran e Sudan per rubare questa quantità di uranio dalla Libia in un vuoto di sicurezza internazionale tutto questo in accordo con le milizie del Sudan presenti in Libia e sembra che per questo le milizie sudanesi abbiano creato una sorta di “terza forza” nelle loro posizioni nel sud. Israele, al contrario, sta cercando di impedire, che tale cosa accada, «non permetterà che l’uranio passi in mano all’Iran o al Sudan perché ciò costituisce una minaccia alla sicurezza nazionale, ed ecco perché il bombardamento israeliano vicino il città di Sabha (capitale del Fezzan), su un sito che si pensa sia la pista di atterraggio utilizzata dall’intelligence iraniana e sudanese. Ma secondo Dinar Valley ad essere interessati all’uranio ci sarebbe anche la Turchia, la testata parla di un intervento della Nazioni Uniti e dell’Agenzia mondiale dell’Energia Atomica ma senza specificare i ruoli.