IRAN. Inflazione al 40% per l’FMI

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L’economia iraniana dovrebbe ridursi per il secondo anno consecutivo e l’inflazione potrebbe raggiungere il 40 per cento, ha detto un alto funzionario del Fondo Monetario Internazionale, poiché il paese deve affrontare l’impatto di sanzioni più severe imposte dagli Stati Uniti.

Washington, che lo scorso novembre ha nuovamente imposto sanzioni contro le esportazioni di petrolio iraniano, questo mese ha chiesto agli acquirenti di petrolio iraniano di interrompere gli acquisti entro maggio o di affrontare sanzioni, ponendo fine a sei mesi di deroghe che hanno permesso agli otto maggiori acquirenti iraniani di continuare a importare volumi limitati, riporta Asharq Al Awsat.

L’economia iraniana è diminuita del 3,9 per cento l’anno scorso, secondo le stime del Fmi, e si prevede una contrazione del 6 per cento nel 2019, Jihad Azour, direttore del dipartimento Medio Oriente e Asia Centrale del Fmi, riporta Reuters aggiungendo, tuttavia, che la proiezione ha preceduto l’ultima eliminazione delle deroghe. «Chiaramente la reimposizione di sanzioni e la rimozione delle deroghe avrà un ulteriore impatto negativo sull’economia iraniana sia in termini di crescita che di inflazione, dove quest’anno l’inflazione potrebbe raggiungere il 40 per cento o anche di più», ha detto Azour.

Le sanzioni statunitensi contro l’Iran hanno negato al suo governo più di 10 miliardi di dollari di entrate petrolifere. La valuta iraniana, il rial, ha perso più del 60 per cento lo scorso anno, interrompendo il commercio estero dell’Iran e aumentando l’inflazione annuale.

Il tasso ufficiale del rial iraniano è fissato a 42.000 rial per il dollaro Usa, ma il suo tasso di mercato era di circa 144.000 contro il dollaro Usa il 28 aprile, secondo quanto riporta il sito Bonbast.com.

L’Iran dovrebbe lavorare per eliminare il divario attualmente esistente tra il tasso di cambio di mercato e il tasso di cambio ufficiale, ha detto Azour: «Allineando il mercato e i tassi ufficiali questo aiuterà a domare e controllare l’inflazione e ridurrà la pressione sul tasso di cambio». Lo slittamento della valuta, dai livelli di circa 43.000 alla fine dello scorso anno, ha eroso il valore dei risparmi dei comuni iraniani, innescando il panico nell’acquisto di dollari. La debolezza della moneta e l’inflazione galoppante sono state oggetto di sporadiche proteste di piazza dalla fine del 2017.

Graziella Giangiulio