
Hassan Rouhani ha promesso il 24 aprile di far rimpiangere a Washington le sanzioni contro la Repubblica Islamica, chiedendo al contempo che gli Stati Uniti rinuncino alle sanzioni e offrano le proprie scuse come condizioni per il rinnovo dei negoziati.
Il presidente iraniano è intervenuto dopo la decisione di martedì dell’amministrazione Trump di non rinnovare le esenzioni dalle sanzioni concesse a diversi paesi che fanno affari con l’Iran.
«Gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, i tre maggiori produttori di energia del mondo, insieme ai nostri amici e alleati, sono impegnati a garantire che i mercati mondiali del petrolio ricevano tutte le forniture, compreso il deficit creato dal mancato utilizzo del petrolio iraniano. L’amministrazione Trump e i suoi alleati sono determinati a continuare ed espandere la campagna di pressione economica sull’Iran per porre fine alle attività destabilizzanti del regime, che è una minaccia per gli Stati Uniti, i suoi partner e i suoi alleati in Medio Oriente», ha detto il 23 aprile la Casa Bianca, riporta Arutz Sheva 7.
Il giorno successivo, Rouhani ha risposto alla decisione, dicendo che l’Iran non ha altra scelta che resistere: «Gli Stati Uniti non sono pronti a condurre negoziati e le sue misure sono volte a spezzare la nazione iraniana. Dobbiamo fare in modo che gli Stati Uniti rimpiangano la loro decisione per la quale non abbiamo altra scelta se non quella di resistere».
Il presidente iraniano ha poi detto che il suo paese è aperto a rinnovare i colloqui con Washington, ma solo se gli Stati Uniti smantellano il regime di sanzioni contro l’Iran come condizione preliminare, e se si scusano con Teheran.
«Siamo sempre stati uomini di negoziati come siamo uomini di guerra. Ma le trattative sono possibili se gli Stati Uniti tolgono tutte le restrizioni, si scusano per tutte le malefatte e mettono in pratica il rispetto reciproco. In pratica, dobbiamo dimostrare che gli americani hanno fatto un errore e fatto male i loro calcoli».
Lucia Giannini