IRAN – Teheran 23/11/2013. Una delle sfide sociali ed economiche che affronta l’Iran oggi è la diffusa tossicodipendenza giovanile.
Avere l’Afghanistan, riporta al Monitor, il più grande produttore mondiale di oppio, come confinante ha trasformato l’Iran in una via di transito per il traffico e il consumo di droga, nonostante gli sforzi del governo, il problema è una sfida importante per la società iraniana. Le ultime statistiche sul tema sono state presentate durante una conferenza ad Ahwaz dal direttore generale dell’ufficio per la ricerca e la formazione collegata con il Programma di controllo della droga in Iran, Hamid Serami. Sarebbero 1.325.000 i tossicodipendenti in Iran, di questi il 58 % sono di età inferiore ai 34 anni, il 9 % sono donne e il 22 % ha un istruzione superiore. Serami ha inoltre sottolineato che la droga ha ucciso una media di sette persone al giorno negli ultimi due decenni ed è la seconda causa di morte nel paese dopo gli incidenti stradali e di traffico. Alireza Akbarshahi, direttore generale dell’ufficio antidroga, ha recentemente detto che nei primi sette mesi dell’attuale anno iraniano, circa 352 tonnellate di eroina, oppio, hashish e morfina sono state confiscate dalle forze di polizia; 135.322 piccoli e grandi trafficanti di droga erano stati arrestati, in calo rispetto all’anno precedente. Inoltre, la polizia ha arrestato più di 26.000 tossicodipendenti, un aumento del 15% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Va osservato che i tossicodipendenti non sono trattati come criminali e che il governo li tratta come cittadini malati che hanno bisogno di un trattamento medico. I dati suindicati mostrano l’inutilità delle severe pene inflitte ai trafficanti di droga, tra cui la pena di morte, che non sono riuscite a contenere il problema.
La maggioranza dei tossicodipendenti iraniani si trova nelle province sulla direttrice che dall’Afghanistan va alla Turchia, è un dato rivelatore della posizione che occupa l’Iran: una via di transito per il traffico internazionale. Il costo totale per l’economia iraniana è stimato a 10 miliardi dollari l’anno, considerando che l’Iran gestisce una massiccia campagna anti-droga, sponsorizzata dallo stato. Ci sono anche un gran numero di organizzazioni non governative per contrastare il fenomeno spesso in collaborazione con le organizzazioni internazionali. Il governo Rouhani ha dichiarato che il controllo del fenomeno è una priorità importante e ha annunciato l’ampliamento dell’aiuto governativo alle ong interessate. Un altro passo importante da parte del nuovo governo è stato quello di promuovere un dibattito trasparente sulla tossicodipendenza teso a sollevare la questione nella società, cmd accaduto lo scorso 8 novembre: in un dibattito dal vivo in televisione e in prima serata si sono confrontati funzionari, comandanti di polizia, parlamentari e sociologi. Accanto al ruolo del governo e delle strutture private del paese, le agenzie delle Nazioni Unite e alcuni governi europei sono già impegnati nella lotta contro il traffico di droga in Iran e nei paesi limitrofi, ma le ong internazionali potrebbero intervenire nel trattamento e nella riabilitazione dei tossicodipendenti. Ostacolo importante anche in questo campo restano le sanzioni, che bloccano i contatti tra le ong iraniane e internazionali. Un maggiore impegno iraniano e internazionale su quest’importante questione costituirebbe un segnale positivo per l’Iran, ma contribuirebbe anche a risolvere la questione regionale del traffico internazionale di droga che resta una minaccia per i paesi occidentali.