IRAN. Attacco armeno in chiave panturkista. Teheran scende in campo

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Dal 14 settembre, riferisce, l’analista iraniano Salar Seif del National Defense Institute: «È stata dichiarata la piena prontezza al combattimento al confine tra Iran e Armenia, fanteria e unità corazzate dell’esercito sono schierate al confine».

A mobilitarsi in favore dell’Armenia Parigi; la deputata francese Valérie Baouillet ha dichiarato: «La Francia non deve limitarsi a chiedere un cessate il fuoco tra Armenia e Azerbaigian. Deve chiedere l’imposizione di sanzioni contro l’Azerbaigian, le cui azioni sono sostenute dalla Turchia. Tutte le misure nei confronti della Russia dovrebbero essere applicate anche all’autocrazia azera».

Queste parole inoltre portano alla luce una sottile e evidente manovra turca per staccare l’Armenia dall’Iran. A parlare di questo intento anche le Tv turche. In un discorso di un esperto turco al canale televisivo TGRT durante gli scontri azero-armeni del 13 settembre 2022 questi ha dichiarato: «L’esercito azero si sta facendo strada in questo corridoio con artigli e denti. Questo corridoio spezza il legame tra Iran e Armenia e collega gli armeni al mondo turco». Questo evento storico sarà completato e, secondo l’analista, restano solo 20 chilometri per collegare Nakhijevan alla Repubblica dell’Azerbaigian.

Sostanzialmente, dunque, l’occupazione dell’Artsakh e le successive mosse dell’Azerbaigian verso l’Armenia sono l’attuazione di un piano per la creazione del cosiddetto Grande Turan (il progetto panturkista). E secondo gli armeni, il piano viene attuato con conseguenze pericolose per il mondo intero.

A poco sono valse le parole della Francia al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: «L’integrità territoriale dell’Armenia deve essere rispettata».

Nel frattempo. Il ministro della Difesa nazionale turco Hulusi Akar ha avuto una conversazione telefonica con il suo omologo azero Zakir Hasanov. Lo ha riferito il ministero della Difesa nazionale della Turchia. I ministri hanno discusso dell’aggravarsi della situazione al confine tra Azerbaigian e Armenia. Akar ha sottolineato che la Turchia continuerà a fornire un forte sostegno al fraterno Azerbaigian secondo il principio di “una nazione – due stati”.

Anche la Russia da sempre in prima fila nella gestione della questione azera-armena ha chiesto di applicare il trattato di pace siglato nel 2022, Maria Zakharova portavoce del ministero per gli Affari Esteri: «Nonostante l’attuale escalation e la tensione, l’analisi degli esperti su quanto accaduto, il lavoro sulla preparazione di un trattato di pace tra l’Armenia e l’Azerbaigian non si è fermato e questa è probabilmente la priorità principale».

Nel frattempo si consolida l’intervento iraniano in favore dell’Armenia. Come detto in precedenza, l’Iran si è offerto di sostenere il processo di pace. A ribadire il concetto a Samarcanda durante il vertice SCO il presidente iraniano Raisi che proprio nell’incontro con il presidente Vladimir Putin ha ricordato ancora una volta ai russi che in questo caso alcune contromisure potrebbero essere prese dall’Iran.

L’Iran concorda sul fatto che la Turchia voglia tagliare il confine armeno con l’Iran. L’Iran ha detto a russi e turchi che nella regione, oltre a loro, c’è anche Teheran che proteggerà i propri interessi, anche se gli interessi di terze parti non coincidono con gli interessi iraniani. Il 16 settembre, sempre al vertice di Samarcanda, Teheran, per bocca di Raisi, ha detto di rifiutare qualsiasi modifica dei confini riconosciuti tra Armenia e Azerbaigian.

Si ricorda che partire dal 13 settembre le unità dell’IRGC continuano a trasferire attrezzature al confine con l’Armenia e l’Azerbaigian.

Le unità delle Forze armate azere si trovano, il 16 settembre, a 4,5 km da Jermuk. Il Capo di Stato Maggiore delle forze armate armene Eduard Asryan ha dichiarato: «Considerando la superiorità del nemico, abbiamo perso parte delle nostre posizioni di combattimento e attraverso queste fessure il nemico è stato in grado di penetrare in profondità nelle nostre difese». Lo stesso ha poi detto che «le forze armate azere sono avanzate di 1,5 km in direzione di Nerkin Khand e Verin Shorzha e di 0,5 km in direzione di Ishkhanasar. In altre direzioni, il nemico è stato respinto».

Rispondendo alla domanda su quale sia il punto più profondo del territorio dell’Armenia, a cui ha mirato l’Azerbaigian, il capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate armene ha dichiarato: «Come risultato delle sue operazioni, l’Azerbaigian mirava alla città di Martuni sulla riva del lago Sevan».

Graziella Giangiulio

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