Riad e Teheran si avvicinano

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ARABIA SAUDITA – Riad 14/05/2014. L’Arabia Saudita si mostra ora favorevole ad aprire negoziati e a migliorare le relazioni con l’Iran, secondo le dichiarazioni del Ministro degli Esteri del Regno Saud al-Faisal «L’Iran è un vicino, abbiamo rapporti con loro e dovremo aprire dei negoziati». A conferma di ciò il suo omologo Javad Zarif ha detto di essere stato invitato a visitare il Regno accennando ad un possibile disgelo tra le due più grandi potenze dell’aerea.

La dichiarazione rompe molti schemi precostituiti mette in evidenza la necessità di apertura dell’Arabia Saudita in un momento così complicato della storia mediorientale e infatti Saud al-Faisal ha detto ai giornalisti che anche le enormi differenze tra i due stati si sarebbero potute risolvere con soddisfazione per entrambi: «La nostra speranza è che l’Iran possa diventare un partner importante per rendere la regione più sicura e prospera». Le posizioni dei due paesi sono molto distanti, e sarà necessario un grande lavoro diplomatico da entrambe le parti, a cominciare dal fatto che Riad sostiene l’opposizione siriana e aveva investito i suoi sforzi per cercare di rovesciare Bashar al-Assad, mentre l’Iran sostiene il presidente siriano con armamenti e finanze. Anche riguardo all’Iraq sono sempre stati nemici dai tempi di Saddam Hussein cosa peraltro che continua ancora oggi, impossibile nascondere il supporto del regno ai sunniti iracheni contro l’attuale governo sciita chiaramente vicino all’Iran, e data l’instabilità che questo ruolo sta creando nel paese il rischio che Teheran possa conquistare un ruolo sempre più dominante preoccupa non poco. Il loro antagonismo non ha solo una origine politica ma anche e soprattutto religiosa gli uni arroccati nella dottrina fondamentalista sunnita, gli altri modello di quella sciita.
Potrebbe essere giunto il momento di una svolta e va a pesare anche il fatto che il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha già visitato la maggior parte dei Paesi del Golfo alleati dell’Arabia Saudita, tra cui Kuwait, Qatar, Oman e gli Emirati Arabi Uniti. L’Iran si mostra disponibile a lavorare per la stabilità dell’area e ha dichiarato a tal proposito che una visita in Arabia Saudita potrebbe concretizzarsi entro l’anno se nel frattempo si avvieranno i lavori di collaborazione. La proposta arriva in un momento molto particolare, proprio mentre si discute l’accordo sul nucleare iraniano, magistralmente condotto dal presidente Hassan Rohani, ed è probabile che il Regno saudita voglia dimostrare il suo impegno alla distensione perché in caso di fallimento di tale accordo non possa essere accusato di alimentare l’instabilità dall’area da parte dei suoi alleati occidentali. Questo riavvicinamento segue anche alla rimozione dall’incarico del capo dell’intelligence Principe Bandar, sospettato di essere stato il manovratore della fallimentare politica saudita in Siria, visti anche i positivi risultati da parte del governo di Bashar al-Assad e le numerose lotte interne dei gruppi terroristi inviati a combattere in Siria. Una realtà che si è mostrata forse sempre più concreta anche in seguito alla visita del Segretario alla Difesa statunitense Chuck Hagel in Arabia Saudita, prima tappa mediorientale per discutere proprio del programma nucleare iraniano e della crisi siriana. Gli Stati Uniti avrebbero in tal senso rassicurato gli alleati del Golfo proprio sul patto nucleare con Teheran e sulle sue ambizioni regionali, cercando anche di ricomporre lo strappo con l’Arabia Saudita proprio a seguito della cautela mostrata da Washington sugli armamenti da concedere ai ribelli che combattono in Siria.
Da parte sua il presidente Hassan Rowhani si mostra molto interessato all’apertura dell’Iran in campo internazionale e a uscire dall’isolazionismo, il momento non potrebbe essere più propizio in quanto la situazione si è ribaltata completamente rispetto a quelli che erano gli obiettivi sulla regione da parte dell’Occidente e appunto dei suoi alleati mediorientali.