IRAN. Affonderemo le navi USA insieme al loro equipaggio e ai loro aerei

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Una delle figure militari più importanti dell’Iran ha avvertito gli Stati Uniti che l’Iran ha la capacità di affondare le sue navi in caso di attacco. Questi commenti al vetriolo  fanno seguito all’invio da parte del Pentagono di tre cacciatorpedinieri lanciamissili vicino alla costa iraniana. Il 25 maggio, il generale Morteza Qorbani, consigliere del comando militare iraniano, ha minacciato la Us Navy dicendo che se gli Stati Uniti «commettono la minima stupidità, manderemo queste navi sul fondo del mare insieme al loro equipaggio e ai loro aerei». Ha aggiunto che l’Iran potrebbe raggiungere questo obiettivo «usando due missili o due nuove armi segrete», riporta Telesur.

Queste affermazioni erano in risposta all’arrivo il 10 maggio dei tre cacciatorpediniere statunitensi nel Golfo Persico. I commenti di Qorabani aumentano le preoccupazioni per un conflitto Iran-Usa che potrebbe essere devastante per la regione, dato che entrambe le parti in causa sono ben dotate.

Il think tank conservatore di Washington, The Center for the National Interest, ha messo in guardia sulle capacità missilistiche dell’Iran dicendo: «Sui militari iraniani nel corso degli anni, si può facilmente giungere alla conclusione che le forze iraniane, di fronte alle sue coste, non sarebbero state facilmente sottomesse. Quella che viene comunemente chiamata “tirannia della distanza”, combinata con le crescenti capacità missilistica A2/AD di Teheran, crea una sfida interessante per i militari statunitensi se l’impensabile dovesse mai accadere».

Le tensioni tra gli Stati Uniti e l’Iran sono aumentate a seguito della decisione di Trump di ritirarsi dall’accordo nucleare dell’era di Obama, Joint Comprehensive Plan of Action – Jcpoa, in cui l’Iran ha accettato di limitare lo sviluppo del nucleare militare in cambio di un allentamento delle sanzioni statunitensi. Trump, insieme ad altri falchi all’interno della sua Amministrazione, come John Bolton e Mike Pompeo, hanno invece convinto il presidente a ritirarsi dall’accordo e inasprire le sanzioni economiche nel tentativo di costringere l’Iran ad abbandonare del tutto il suo programma nucleare.

Inoltre, gli Stati Uniti sperano che l’Iran cessi di opporsi alla politica estera degli Stati Uniti in Medio Oriente su questioni come la Palestina e lo Yemen, in cui l’Iran si oppone alle posizioni israeliane e saudite. 

Tuttavia, anche a Teheran sperano che alla fine prevarranno ragionamenti più freddi, come ha detto sempre il 25 maggio, il generale di brigata iraniano Hassan Seifi: «Crediamo che gli americani siano razionali e che i loro esperti comandanti non lasceranno che gli elementi radicali li conducano in una situazione da cui sarebbe molto difficile uscire, ed è per questo che non entreranno in guerra».

Antonio Albanese